«Non può escludersi il rischio di trattamenti inumani, degradanti e di violazione dei diritti», con questa motivazione la Corte d’Appello di Catanzaro Seconda sezione Penale (Presidente relatore Antonio Giglio, consiglieri Maria Rosaria De Girolamo e Barbara Saccà) ha rigettato la richiesta di estradizione, avanzata dal governo Turchia nei confronti del sig. T.M., cittadino turco di etnia curda. L'uomo di 45 anni era stato accusato dalle autorità turche di fabbricazione e commercio di 977 grammi di cannabis, con sentenza divenuta definitiva ad ottobre del 2021 era stato condannato a 8 anni e 4 mesi. La Repubblica Turca ha quindi chiesto all'Italia l'estradizione del 45enne. La Procura generale aveva depositato requisitoria scritta pronunciandosi favorevolmente per l'estradizione con sospensione della consegna fino alla data in cui il cittadino turco «abbia scontato in Italia la pena detentiva di 3 anni e 6 mesi e 20 giorni inflittagli per il delitto di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, con fine pena previsto per il 7 gennaio 2025».
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