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Tragedia di Catanzaro, feriti gravi ma stabili: ustioni sul 40% del corpo. Avviata una raccolta fondi

Il padre delle vittime, Vitaliano, di 42 anni, intossicato e intubato si trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro insieme all’altro figlio Antonello, di 14

Saverio Corasoniti

Permangono sempre gravi ma comunque stazionarie le condizioni delle quattro persone rimaste ferite nell’incendio divampato nella notte tra venerdì e sabato in un appartamento di Catanzaro e che ha provocato la morte di tre ragazzi: Saverio Corasaniti, di 22 anni, ed i fratelli Aldo (16) e Mattia Corasaniti (12). E’ quanto si è appreso oggi in ambienti vicini alle indagini.

Il padre delle vittime, Vitaliano, di 42 anni, intossicato e intubato si trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro insieme all’altro figlio Antonello, di 14.

Nel Centro grandi ustioni di Bari è ricoverata la moglie di Vitaliano, Rita Mazzei, di 41, mentre la figlia Zaira Maria (10), è stata trasportata nel centro pediatrico grandi ustioni di Napoli. Entrambe, secondo quanto si è appreso, hanno ustioni estese su oltre il 40% del corpo.

Nuovi sopralluoghi e accertamenti

Nuovi sopralluoghi saranno svolti nei prossimi giorni da vigili del fuoco e carabinieri per accertare le cause che hanno provocato l’incendio nell’appartamento di via Caduti XVI marzo 1978, nel quartiere Pistoia.

Il primo sopralluogo, effettuato ieri dopo l’estinzione del rogo, infatti, non ha permesso ai tecnici di accertare l’origine delle fiamme dal momento che all’interno dell’appartamento, di poco meno di 100 metri quadrati, è andato tutto bruciato. I nuovi accertamenti dovranno essere affidati dalla Procura della Repubblica di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri che ha aperto un fascicolo contro ignoti con le ipotesi di reato di omicidio e disastro colposo.

Un atto, è stato fatti rilevare, necessario proprio per l’affidamento di incarichi peritali e delle autopsie. A compiere gli ulteriori accertamenti dovrebbero essere svolti dal Nucleo investigativo antincendio (Nia) visto che essendo stato bruciato tutto nell’abitazione allo stato non è stato possibile capire l’origine del rogo. L’ipotesi ritenuta prevalente dagli investigatori, secondo quanto si è appreso, è quella dell’incidente ma è comunque necessario capire da dove sia scaturito l’incendio

Avviata una raccolta fondi per aiutare la famiglia

Una raccolta fondi per supportare economicamente «quel che resta di una famiglia che ora più che mai non deve essere lasciata sola». L’hanno promossa le associazioni aderenti al «Forum del Terzo settore Catanzaro - Soverato» «per stare concretamente vicine alla famiglia Corasoniti - Mazzei» dopo l’incendio che, a Catanzaro, ha provocato la morte di 3 ragazzi ed il ferimento dei genitori e di altri due figli. «Una famiglia - sostiene il Forum - intrappolata nel degrado che da sempre stritola, come in una morsa, le periferie del capoluogo di regione e in maniera ancor più evidente Pistoia, quel quartiere fatto di palazzoni maltenuti e un’assenza pressoché totale di servizi che di certo non è adatto a un nucleo familiare del quale faceva parte anche Saverio, il figlio più grande affetto da autismo». «Adesso basta, nel 2022 tragedie simili sono intollerabili», afferma Beppe Apostoliti, portavoce del «Forum del Terzo settore Catanzaro - Soverato» di cui è dirigente Piero Romeo, presidente dell’associazione «Un raggio di sole», che ha più volte aiutato la famiglia Corasaniti.

Apostoliti, presidente regionale Arci, ha approvato la raccolta fondi per sostenere le spese per i funerali dei tre ragazzi deceduti. «La situazione - afferma - va presa di petto perché l’irreparabile è già accaduto e nessuno può permettersi di correre il rischio che tutto ciò si ripeta». Apostoliti sollecita l’apertura dei Centri di aggregazione sociale: «gli spazi ci sono. Siano ristrutturati in fretta e affidati alle associazioni affinché li trasformino in luoghi di socialità capaci di intercettare quel disagio che ieri una sparatoria ha fatto emergere per l’ennesima volta pure in viale Isonzo, poco lontano dal luogo del rogo. Non c'è altra strada se non quella di una vicinanza concreta che sbatta la porta in faccia ai proclami e avvii un reale percorso di svolta. Sarà la magistratura a farà luce sull'accaduto, ma le periferie non possono più restare intrappolate tra le mura di stabili vecchi e maltenuti e noi ci batteremo per salvaguardare tutti gli abitanti dei quartieri disagiati convinti come siamo che sia arrivata l’ora di entrare a gamba tesa tra le pieghe di una problematica rispetto alla quale nessuno può più voltarsi dall’altra parte». Il presidente provinciale dell’Arci di Catanzaro Rosario Bressi lamenta la carenza di servizi. "Ciascuno - dice - faccia la propria parte. Il Terzo settore continuerà a spenderai e a essere a disposizione delle istituzioni per lenire disagio e combattere le sfide della povertà e dell’abbandono sociale. Questa tragedia non sia dimenticata e anzi funga da monito affinché non ci siano più drammi inspiegabili e assurdamente tragici»

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