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Un mare di droga nelle piazze di Lamezia: la caccia dei pusher ai clienti più facoltosi

Secondo gli inquirenti il gruppo sarebbe riuscito a smerciare ben 465 chili di sostanze stupefacenti

Professionisti, imprenditori, commercianti una lunga lista di insospettabili clienti capace di garantire lucrosi guadagni alla rete di pusher sgominata all’alba di lunedì dal blitz della Guardia di Finanza. Dalle oltre 211mila conversazioni intercettate dagli inquirenti emerge come il fiume di droga che Antonio Galiano e i suoi uomini riuscivano a far arrivare a Lamezia finisse quasi sempre nelle mani di facoltosi rampolli della famiglie più in vista della città e del suo hinterland. I dialoghi captati raccontano come l’organizzazione puntasse a fidelizzare alcuni clienti capaci di garantire l’acquisto settimanale di notevoli quantitativi di sostanza stupefacente. Riferendosi al titolare di un noto stabilimento balneare uno degli indagati sottolinea: «Io là ho puntato e sono a posto... se prendo a quello un’altra volta io sono a posto... lo sai come sono? Un Re...! Se mi posso prendere un'altra volta a quello, sono a posto! Solo a quello devo prendere io e non mi serve più nessuno». Il perché di tanta attenzione lo spiega lo stesso indagato nella stessa conversazione. Il soggetto infatti «me ne caccia 5 a settimana». Una frase secondo il gip che ha firmato l’ordinanza vuole significare non che le 5 dosi venissero poi ulteriormente vendute ma si sarebbe trattato invece di «acquisti per consumo personale». Un altro imprenditore era un solido cliente, in quanto acquistava stupefacente con regolarità, pretendendo consegne di anche oltre 20 grammi di narcotico, e tempestivamente pagava i debiti: «Gliene puoi lasciare quanta ne vuoi... ogni domenica vai e ti da i soldi...».

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