Nove condanne per complessivi 148 anni di carcere. È quanto ha chiesto ieri il pm della Dda di Catanzaro, Pasquale Mandolfino, al termine della sua requisitoria nel processo di primo grado a carico di nove imputati scaturito dall’inchiesta “Eleo”.
In quasi due ore di discussione davanti al Tribunale di Crotone, il pubblico ministero ha ricostruito i tasselli dell’operazione che, scattata il 25 gennaio 2021 con l’esecuzione di 11 fermi, disarticolò i nuovi assetti della “locale” petilina attiva anche a Cotronei. Con l’attività investigativa condotta dai carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro e del Nucleo investigativo, la Procura antimafia si disse convinta di aver fatto luce, tra le altre cose, sul rogo della seggiovia del “Villaggio Palumbo” di Trepidò, appiccato a novembre 2017, oltre ad una serie di estorsioni compiute ai danni delle strutture ricettive di Cotronei. Inoltre, il blitz evitò pure una guerra tra clan che da lì a breve avrebbe insanguinato i boschi della Presila crotonese: kalashnikov e fucili, ascosti sotto terra in frigoriferi e congelatori, erano pronti ad essere dissotterrati per essere usati.
Le richieste del pm
Per Domenico Bruno sono stati chiesti 18 anni di carcere; per Massimo Cosco, 24 anni; per Francesca Costanzo, 13 anni e 6 mesi; Giuseppe Garofalo, 21 anni; Alessandro Gelfo, 8 anni; Antonio Gelfo, 10 anni; Pierluigi Ierardi, 21 anni; Ivano Mirabelli, 17 anni e 6 mesi; Oreste Vona, 20 anni.
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