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Catanzaro, processo Basso profilo: l’ascesa “dirompente” di Gigliotta

La figura dell’imprenditore catanzarese nella requisitoria del pubblico ministero

Il tribunale di Catanzaro

Un'ascesa dirompente da «dipendente di un bar di famiglia a imprenditore di successo, leader nel settore immobiliare con un vasto patrimonio». Così il pm della Dda di Catanzaro Paolo Sirleo ha descritto la parabola di Umberto Gigliotta il 41enne catanzarese agente immobiliare accusato di contiguità con le cosche nell’ambito dell’inchiesta Basso Profilo. Per lui il sostituto procuratore ha chiesto una condanna a 24 anni di reclusione. Durante la sua lunga requisitoria Sirleo si è a lungo soffermato sulla figura di Gigliotta sottolineando che «questa facilità, questa ascesa così dirompente in un periodo storico così circoscritto lascia molto da pensare e costituisce un ulteriore riscontro al fatto che effettivamente, come ci dicono i collaboratori, (che non penso fossero invidiosi della sua vita), guardate che lui era uno che svolgeva attività economiche per conto sia di Franco Trapasso del clan dei Gaglianesi che delle cosche Trapasso di San Leonardo di Cutro».
Intercettazioni ma anche foto e video estrapolati dal cellulare di Gigliotta dimostrerebbero a parere della pubblica accusa la vicinanza dell’imprenditore catanzarese con il clan Trapasso. Il pm Sirleo ha ricordato che Gigliotta veniva invitato dalla famiglia Trapasso in eventi conviviali evidenziando che: «Guardate che San Leonardo di Cutro è un paese, meglio una frazione, perché il comune è Cutro, è una frazione in cui non c’è niente; quindi non è che uno va a San Leonardo di Cutro, dove vivevano i Trapasso, così, per passare la domenica o a fare una scampagnata, no, quello è un posto dove ci si va per una ragione precisa».

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