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Lamezia, investigatori e toghe agli studenti: la scelta è dire “no” alla ’ndrangheta

La maratona della legalità esordisce con un appello a scegliere lo Stato

Parola d’ordine: da che parte stare! Saper discernere la strada giusta da prendere nella vita, scegliere tra la legalità e lo Stato di diritto oppure la criminalità, la mafiosità diffusa, l’anti-Stato. Questo il leit motiv del dibattito che ieri mattina ha aperto la “Maratona della legalità” al liceo scientifico Galilei guidato dalla dirigente Teresa Goffredo.
Un’iniziativa che andrà avanti per tutta la settimana «e che – ha ribadito la preside - rappresenta un importante momento di riflessione e formazione condiviso da tutta la comunità scolastica». Già da ieri (e così sarà anche per i prossimi giorni) a parlare di legalità sono stati i rappresentanti della società civile, delle forze dell’ordine, della Chiesa che interagiscono con gli studenti. Ad aprire la maratona, ieri mattina, è stata Marisa Manzini, sostituto procuratore generale a Catanzaro ma per molti anni magistrato antimafia; gli interventi sono stati coordinati dalla docente Paola Veltri. Rivolgendosi ai ragazzi Manzini li ha esortati a fare una scelta di campo decisa, a dare un’impronta chiara alla loro esistenza di futuri cittadini impegnati nella società e nel lavoro. «Dovete sapere che esiste la ‘ndrangheta – ha detto il giudice agli studenti – che essa è un’organizzazione potente che riesce a infiltrarsi nel tessuto sociale. La ’ndrangheta governa i traffici illeciti che condizionano la sana e pacifica convivenza sul territorio, uccide le persone». Con le sue parole pacate ma ferme, il magistrato ha poi osservato: «La ’ndrangheta spaccia la droga, a partire dagli spinelli e voi dovete riconoscere questa realtà nefasta; nessuno di noi può girarsi dall’altra parte».

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