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Sant'Onofrio, il blitz di Genova finisce agli atti del maxi processo Rinascita Scott

Rinascita Scott, la Dda ha depositato un’informativa dell’Arma sull’arresto di Pasquale Bonavota e un nuovo verbale di Megna

L'aula bunker di Lamezia Terme

La cattura del latitante Pasquale Bonavota, avvenuta a Genova il 27 aprile, entra a far parte del maxi processo Rinascita Scott. ieri infatti il pm della Dda Annamaria Frustaci ha depositato un’informativa dell’Arma dei carabinieri proprio sull’arresto del presunto boss di Sant’Onofrio. Diverse decine di pagine in cui sono riportate alcune intercettazioni tra parenti del latitante, ma anche sono elencati gli elementi rinvenuti dal Ros dei Carabinieri nell’appartamento preso in affitto da Bonavota nel capoluogo ligure. I carabinieri hanno trovato non solo documenti di identità falsificati ma anche gli strumenti necessari per modificarli. Spicca la presenza nell’appartamento della fotocopia del documento di uno dei testi chiamati a deporre dalla difesa. Nel covo c’erano anche manoscritti e altro materiale su cui, ha spiegato la pm in aula, sono in corso approfonditi accertamenti. Durante il suo intervento durante l’udienza il sostituto procuratore Frustaci ha parlato della dote di ‘ndrangheta che avrebbe avuto il boss latitante: la Corona. L’avvocato Tiziana Barillaro, difensore di Pasquale Bonavota, ha chiesto al collegio un termine per consentire di studiare il materiale depositato.
Agli atti la Dda ha prodotto anche un nuovo verbale del pentito Pasquale Megna. Il collaboratore sarebbe comparso solo pochi giorni fa davanti agli inquirenti per far mettere a verbale nuove dichiarazioni sul boss Luigi Mancuso e i suoi fiancheggiatori.

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