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Il supermercato resta aperto e il Tar bacchetta il Comune di Catanzaro

Ordinanza della giustizia amministrativa sul caso della grande distribuzione su corso Mazzini

La sede del Tar della Calabria

Nuovo capitolo nella battaglia legale per l’apertura della grande distribuzione su Corso Mazzini. Il Tar con propria ordinanza ha confermato che la Conad dell’imprenditore Maurizio Mottola D’Amato può rimanere aperto ma anche rinviato gli atti al Comune di Catanzaro affinché si «ridetermini» sul caso alla luce delle osservazioni della giustizia amministrativa. Infatti, stando a quanto riportato nell’ordinanza, la gran parte dei rilievi che avevano portato l’amministrazione comunale a imporre la chiusura dell’attività commerciale sarebbero stati o sanati o addirittura non riscontrati dai periti nominati dal Tar.
Il Comune aveva ritenuto infatti che i locali presso cui l’esercizio commerciale è stato trasferito non sarebbero stati regolari dal punto di vista edilizio. Al contrario «il verificatore nominato, individuato nel responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Soverato, ha concluso per la regolarità dei locali dal punto di vista edilizio». Ha trovato invece riscontro la contestazione relativa alla superficie destinata alla vendita che sarebbe, in difformità da quanto dichiarato, maggiore di 400 mq. Anche la Questura di Catanzaro ha confermato che la superficie di vendita è di 432 metri quadri. Altro rilievo sollevato dal Comune riguardava la superficie complessiva lorda dei locali di oltre 650 mq., un’estensione che violerebbe il vigente P.R.G., il quale, nelle ZTO A, prevede che non siano ammesse attività commerciali all’ingrosso e al dettaglio superiori a 400mq. Lo strumento urbanistico prevede una deroga per le attività commerciali esistenti alla data di approvazione del Prg. Secondo il Comune però questa clausola «non può trovare applicazione in quanto l’attività commerciale è posteriore all’entrata in vigore dello strumento urbanistico». Per i giudici invece quella deroga signifpossono continuare ad avere destinazione ad attività commerciale, all’ingrosso o al dettaglio, le unità immobiliari che avessero già questa destinazione prima dell’entrata in vigore del piano regolatore; quindi per «attività commerciali esistenti» si dovrebbe intendere «locali commerciali esistenti». Tanto è vero che, sottolinea il Tar, «l’amministrazione comunale ha autorizzato nuove attività in locali commerciali già esistenti di estensione maggiore di 400 mq».

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