Vibo, la «ricerca spasmodica» del clan per i verbali di Mantella

La «spasmodica ricerca» dei primi verbali resi dal collaboratore di giustizia Andrea Mantella è stata al centro della quinta giornata di requisitoria del maxi processo Rinascita Scott nell’aula bunker di Lamezia Terme. A rappresentare la Direzione distrettuale antimafia è stata la sostituto procuratore Annamaria Frustaci che ha ricostruito quanto sarebbe avvenuto nell’estate del 2016 quando trapelò la notizia della scelta di Mantella di collaborare con la giustizia. La pm intrecciando date, tabulati e intercettazioni ha descritto la fibrillazione degli affiliati per conoscere il contenuto del dichiarato del pentito. In particolare la pubblica accusa si è soffermata sul ruolo dell’ex senatore di Forza Italia e avvocato penalista Giancarlo Pittelli a processo con l’accusa di concorso esterno. «La collaborazione di Mantella - ha detto in aula la Frustaci - è un momento di fibrillazione per le cosche vibonesi. Il giorno della discovery dei verbali di Mantella nell’ambito del processo Black Money è proprio Pittelli che chiama Giamborrino e questi gli dice che hanno già il fascicolo con gli omissis. Non è quello che stanno cercando. Oggetto delle spasmodiche ricerche è qualcosa che non si ha». Da qui i contatti, nella ricostruzione della pubblica accusa, tra Pittelli e l’ufficiale della Dia Michele Marinaro che emergono dai tabulati telefonici: «Contatti brevi funzionali a incontri». Così come gli incontri tra lo stesso Pittelli e Giamborrino. La pm legge in aula un’intercettazione dell’ex parlamentare che risale all’8 agosto 2016: «Questa settimana io lavoro per vedere cosa riesco a sapere e saputo vengo io e tutto quello che so glielo dico». La pm sottolinea, «questa non è millanteria». Chiaro il riferimento alla decisione del Tribunale del Riesame che ha annullato gli arresti domiciliari per Giancarlo Pittelli (decisione poi confermata dalla Cassazione che ha ritenuto inammissibile il ricorso della Dda).