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Lamezia, beni archeologici non fruibili. Colpa della troppa burocrazia

Castello Normanno e bastione di Malta chiusi ormai da diversi anni. La Sovrintendenza deve ancora consegnare il parco di Terina all’Amministrazione comunale che dovrà poi gestirlo e curarlo

Qualche novità arriva sul versante siti archeologici e luoghi culturali della città. In un dibattito sempre acceso, in particolar modo sui social, e che non sempre riesce a cogliere la complessità e la diversità delle problematiche inerenti a temi quali apertura, gestione, agibilità degli spazi (considerato, tra l’altro, che sugli stessi luoghi, visti facilmente come agglomerato del patrimonio della città, non vigono spesso le stesse competenze o le stesse responsabilità), risulta utile tirare le somme e dare aggiornamenti caso per caso. Intanto, il segretariato regionale del MiC per la Calabria ha rinnovato anche per il 2023 il protocollo d’intesa per la manutenzione di parchi e aree archeologiche nella regione, protocollo sottoscritto con Calabria Verde – Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna, e con l’adesione dei Comuni interessati. L’accordo prevede la cura e la manutenzione di 59 aree archeologiche della Calabria che malgrado gli investimenti in atto necessitano di continua manutenzione ordinaria.
Per quanto riguarda Lamezia Terme, ciò implica l’intervento di Calabria Verde per lo sfalcio e la pulizia del verde all’Abbazia Benedettina – intervento già iniziato – e nei prossimi giorni, spiega l’assessora comunale alla Cultura Giorgia Gargano, «si attendono gli interventi al Bastione di Malta, al Castello Normanno-Svevo di Nicastro e, speriamo, al Parco Archeologico di Terina».

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