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Catanzaro, il caso Betania subito in Prefettura

È allarme per le possibili ripercussioni sociali per il fallimento della struttura socio assistenziale

Il prefetto di Catanzaro Enrico Ricci ha deciso di non voler perdere neanche un giorno più del necessario per provare a disinnescare la “bomba sociale” che rischia di esplodere con il fallimento di Fondazione Betania. Già lunedì pomeriggio, poco dopo la fine della riunione che si è svolta a Palazzo De Nobili, dalla Prefettura sono partiti gli inviti per un incontro che metta attorno allo stesso tavolo tutti gli attori di questa vicenda. Il prefetto Ricci ha infatti convocato per domani alle 9.30, il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, il dirigente generale del Dipartimento Tutela della salute e servizi socio-sanitari della Regione, il dirigente generale del Dipartimento Lavoro e Welfare della Regione, il commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro, e il rappresentante legale di Fondazione Betania Onlus. Davanti al prefetto Ricci le parti potranno confrontarsi per trovare una possibile soluzione per salvare la struttura socio assistenziale che opera da oltre 80 anni sul territorio catanzarese. Nel luglio scorso il Tribunale di Catanzaro ha dichiarato «l’apertura della Liquidazione giudiziale di Fondazione Betania onlus». La decisione fa seguito a una istanza di fallimento proposta da Ristorart Toscana che lamentava il «mancato pagamento della somma complessiva di 209mila euro relativa a tre fatture emesse per prestazioni eseguite in favore della Fondazione». Tutto ruota attorno a una questione di natura prettamente giuridica: Fondazione Betania ha sempre ritenuto di non poter essere sottoposta a una procedura di fallimento perché onlus. Tesi evidentemente non accolta dai giudici di Catanzaro che hanno invece accolto le tesi sostenuta dal legale di Ristorart, Massimo Gallo, secondo la quale Betania sarebbe una onlus soltanto dal punto di vista fiscale ma sostanzialmente sarebbe assimilabile a una comune attività commerciale.
Ora però si temono pesanti ripercussioni dal punto di vista sociale non solo per i posti di lavoro che andranno perduti ma anche per i pazienti e le loro famiglie che perderanno un punto di riferimento. Ma il caso Betania rischia di essere solo l’inizio di uno tsunami che potrebbe travolgere tutte le 18 strutture socio assistenziali che operano sul territorio catanzarese.

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