Un centinaio i poliziotti - appartenenti alle Squadre mobili di Catanzaro e Crotone e alla sezione investigativa di Catanzaro del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, tutti coordinati dalla DDA di Catanzaro - che dalle prime ore della mattinata sono stati impegnati in un'operazione a Isola Capo Rizzuto denominata Garbino, come il vento che soffia da sud-ovest che spazza via le nuvole dal cielo. Dodici i fermi eseguiti. Destinatari dei provvedimenti restrittivi sono soggetti fortemente indiziati di contiguità o appartenenza alla cosca Arena. Alle persone fermate viene contestata l’associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata a vari reati che vanno dalle estorsioni all’usura allo spaccio di sostanze stupefacenti, scambio elettorale politico-mafioso e detenzione illegale di armi.
Tra i 29 indagati risulta anche un noto penalista catanzarese, l'avvocato Vincenzo Ioppoli e un altro avvocato di Crotone, Ottavio Tesoriere, che in passato è stato anche assessore del Comune di Crotone e consigliere regionale di Forza Italia dal 2000 al 2005, nonché candidato non eletto alle regionali in Calabria tenutesi il 3-4 ottobre 2021.
I nomi dei fermati
Massimo Diego Caterisano (Crotone, 30.04.1970);
Domenico Cristodaro (Crotone, 26.10.1982);
Domenico Godano detto "Mimmo o tinzu" (Catanzaro, 29.12.1984);
Fiorello Maesano (Crotone, 04.06.1969);
Ferdinando Marchio (Isola Capo Rizzuto, 21.03.1983);
Tommaso Mercurio (Isola Capo Rizzuto, 12.06.1965);
Pasquale Morelli detto "Cavuzi Larghi" (isola Capo Rizzuto, 11.07.1947);
Fabrizio Pullano (Isola Capo Rizzuto, 21.02.1964);
Francenco Pullano (Crotone, 02.04.1980);
Maurizio Pullano (Cernusco sul Naviglio, 11.10.1993);
Pasquale Pullano (Isola Capo Rizzuto, 09.03.1948);
Pietro Fiore Pullano (Crotone, 27.12.1989).
Le accuse all'avvocato Tesoriere
Il reato ipotizzato a carico di Tesoriere è quello di scambio elettorale politico-mafioso poiché in occasione delle ultime elezioni regionali, in qualità di candidato con la lista "Occhiuto Presidente", avrebbe stretto un accordo con Fabrizio e Pasquale Pullano, legati alla cosca di 'ndrangheta degli Arena ed entrambi fermati nell’operazione odierna. In cambio di voti nel territorio di Isola Capo Rizzuto, Tesoriere si sarebbe impegnato - è scritto nel capo di imputazione - a fare ottenere al figlio di Fabrizio Pullano la pensione di invalidità «intercedendo con il Ctu nominato dal Tribunale di Lamezia Terme». Secondo l’accusa, Tesoriere avrebbe promesso anche di «procurare lavori di appalto e incarichi» e si sarebbe messo «a disposizione per ogni evenienza». Sempre in qualità di candidato alle elezioni regionali del 2021 Tesoriere, «interloquendo con una donna non meglio identificata, prometteva di fare ottenere un posto di lavoro a una persona legata alla stessa donna nel locale Consorzio di bonifica» in cambio del suo voto.
La precisazione del legale dell'avvocato Vincenzo Ioppoli
«L’avvocato Vincenzo Ioppoli ha ricevuto questa mattina un’informazione di garanzia». E' quanto si legge in una nota diffusa dall'avvocato Francesco Verri che ha specificato: «La Procura della Repubblica di Catanzaro ipotizza soltanto reati comuni, e cioè un abuso d’ufficio e un falso perché l’avvocato Ioppoli avrebbe ricevuto una segnalazione - da parte di un avvocato - quando era commissario agli esami per l’abilitazione alla professione forense. Dunque, la Procura - evidenzia il legale - non formula alcuna accusa per reati di mafia né contesta aggravanti di mafia. Né poteva essere diversamente considerati l’altissimo profilo e la storia dell’avvocato Ioppoli. Purtroppo, però, le ambigue notizie apparse subito su alcuni giornali on line - nonostante la segretezza che dovrebbe contraddistinguere la notifica di un avviso di garanzia - lasciano del tutto erroneamente supporre il contrario attraverso l’accostamento di fatti ordinari con un’operazione contro la ‘ndrangheta che non ha nulla a che vedere con l’esame d’avvocato contestato. L’avvocato Ioppoli esprime tutto il suo sdegno per l’accaduto e io provo lo stesso sentimento e lo esprimo con altrettanta forza. Nel merito, l’avvocato Ioppoli si difenderà chiarendo la sua posizione con i Magistrati che si occupano del procedimento».
L'avvio dell'indagine
Il provvedimento restrittivo è stato adottato al termine di un’articolata indagine svolta congiuntamente dai poliziotti delle Squadre Mobili di Catanzaro e Crotone, avviata nel marzo del 2020 sulla base degli esiti investigativi emersi anche in un altro procedimento penale, diretta ad individuare l’ultrattività ed operatività della ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto.
Il leader con la "bacinella"
Le prove, frutto di complesse attività tecniche, arricchite dai contributi offerti dai collaboratori di giustizia, hanno consolidato l’ipotesi dell’esistenza di una struttura associativa di cui era ritenuto elemento di vertice Fiorello Maesano, l'uomo al quale rivolgersi per la risoluzione di varie problematiche, come quella di proteggere un imprenditore isolitano dalle richieste estorsive rivoltegli da esponenti criminali egemoni in altri territori; si sono raccolti indizi volti a stabilire che al predetto esponente apicale era demandata la gestione della cd. "bacinella" contenente le somme provenienti dalle attività illecite della cosca Arena, con le quali egli stesso provvedeva al sostentamento dei carcerati e delle loro famiglie. La prosecuzione delle indagini ha evidenziato l’ingerenza di varie famiglie presenti nel territorio dimostrandosi, a livello indiziario, la perpetrazione di una serie di reati fine realizzati in nome e per conto delle consorteria di appartenenza, come traffico di armi, usura ed estorsioni.
La droga, le armi, la prova del fuoco
A conferma dell’attivismo degli indagati nel settore del traffico e della distribuzione di sostanze stupefacenti e dell’ampia disponibilità di armi da parte dell’organizzazione, sono stati effettuati numerosi sequestri, tra cui 2 chili circa di marijuana, una piantagione di 707 piante di marijuana, una pistola Beretta calibro 9X21 con matricola abrasa, un fucile marca Falco sovrapposto cal. 8 e 92 ordigni esplosivi artigianali. Le attività tecniche hanno consentito inoltre di documentare il loro effettivo utilizzo, durante una prova a fuoco compiuta dagli indagati in una zona isolata del territorio di Isola Capo Rizzuto.
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