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Catanzaro, il rettore Cuda: «Al lavoro per avvicinare l’Umg alla città»

Intervista a pochi giorni dal suo insediamento: «Chiederò di incontrare Fiorita e i capigruppo in Consiglio»

Da Andali, minuscolo paesino della Presila catanzarese, ai vertici dell’Università Magna Graecia. In mezzo, studio e gavetta, una lunga esperienza nei laboratori di ricerca attrezzati degli Usa, e il ritorno con ruoli sempre più decisivi all’interno dell’ateneo di Germaneto. Giovanni Cuda, 62 anni da compiere a gennaio, ordinario di Biologia molecolare, ha assunto ufficialmente il ruolo di rettore qualche giorno fa, raccogliendo il testimone lasciato da Giovambattista De Sarro.
Il primo Magnifico catanzarese per l’Umg. Questo la carica di maggiore responsabilità.
«A Catanzaro ho studiato e mi sono laureato, qui ho costruito tutta la mia carriera da ricercatore a professore ordinario. Avere raggiunto l’apice della carriera accademica m’inorgoglisce ulteriormente ed ha un’importanza, se possibile, pari al doppio rispetto a quanto potrebbe valere per un altro collega. Penso spesso a quest’aspetto quanto svolgo il mio lavoro».
Uno dei punti irrisolti dell’ateneo è stato da sempre una mancata integrazione con il cuore pulsante di Catanzaro. Che cosa intende fare su tale versante?
«Discuto spesso di ciò con i miei interlocutori. Stiamo vivendo una fase di rapporti complessi: finora la nostra università è stata considerata, volendo utilizzare un termine medico, un non-self. È un po’ quello che succede quando un organo è trapiantato e rigettato perché non è riconosciuto dal proprio corpo. Va detto, tuttavia, che le responsabilità non sono solo di una parte; diciamo che non si è trovato quel feeling necessario».
Colpa di una politica spesso distratta nei confronti del mondo accademico?
«La città non ha colto, com’è avvenuto in altri posti - parlo di Cosenza, per esempio -, l’importanza dell’enorme ruolo di volàno culturale ed economico che l’Università riveste in una città. Finora è stata persa un’occasione, siamo in forte ritardo rispetto a quanto poteva essere fatto. Dall’altra parte, però, bisogna sottolineare come l’Umg non sia stata così pronta a fare un passo in avanti per cercare di incontrare anche quelle che erano le esigenze della città».

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