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«Collusi con il clan Grande Aracri», a Crotone il pm chiede tre condanne

La requisitoria del sostituto della Dda Domenico Guarascio al processo scaturito dall’inchiesta “Farmabusiness”. Riciclaggio, minacce e concorso esterno i reati contestati agli imputati

Ha parlato di Pasquale Barberio (78 anni di Isola Capo Rizzuto), e della sua presunta «collaborazione» economica con la cosca Grande Aracri di Cutro; ma anche di Raffaele Sisca (51 anni di Crotone) che è accusato d’aver riciclato i soldi del clan capeggiato da Nicolino Grande Aracri, e di Lorenzo Iiritano (64 anni di Catanzaro) accusato di essere l’autore di minacce rivolte nel 2015 a due operatori dell'Asp di Crotone affinché valutassero idoneo il capannone di Catanzaro dove il “Consorzio Farmaitalia” avrebbe avviato l’affare dei farmaci. Ieri, il pm della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio, ha ripercorso i punti salienti dell'inchiesta “Farmabusiness” che avrebbe fatto luce sugli appetiti della locale di 'ndrangheta di Cutro in vari settori dell’economia crotonese e non solo, compresa la vendita dei farmaci. Lo ha fatto davanti al Tribunale di Crotone nel corso della requisitoria del processo ordinario di primo grado nato dall'operazione scattata il 19 novembre 2020 con 19 misure cautelari eseguite dai carabinieri (l’appello di rito abbreviato s’è concluso con 12 condanne). E al termine della discussione, il Pm ha chiesto al collegio presieduto da Edoardo D'Ambrosio di condannare i tre imputati.

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