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Bonifica, il sindaco di Crotone chiede alla Regione di mettere in sicurezza l’area ex Pertusola

l’obiettivo è superare lo stallo che sta bloccando l’avvio del Pob Fase 2. Voce: «Vengano utilizzati i 150 milioni della fidejussione Eni»

L'obiettivo è superare lo stallo che sta bloccando la bonifica dell'ex area industriale di Crotone. Per questo motivo, il sindaco Vincenzo Voce è pronto a chiedere alla Regione di sostituirsi all'Eni Rewind per mettere in sicurezza le aree interne ex Pertusola che fanno parte del Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara. In che modo? Chiedendo alla Regione di utilizzare la fideiussione di oltre 150 milioni di euro versata da Eni nel momento dell’avvio del Pob 1 a garanzia dell’esecuzione del Piano operativo di bonifica-Fase 2 approvato dal ministero dell'Ambiente il 3 marzo 2020. Si può sintetizzare il contenuto della missiva che il primo cittadino è prossimo a far recapitare alla Cittadella di Catanzaro affinché prenda in mano le opere di risanamento ambientale al posto dell'azienda multinazionale. Infatti, l'articolo 4 del decreto n. 7 disposto quattro anni fa dal dicastero romano di via Cristoforo Colombo aveva stabilito che «a garanzia della corretta esecuzione e del completamento degli interventi come previsti nel Progetto - è scritto nel documento - dovrà essere prestata una fideiussione a cura della Eni Rewind Spa a favore della Regione Calabria, in una somma pari al 50 per cento dell’importo dell’intervento stimato nel Progetto in 303.849.550,00 euro». Si spiega così la decisione di Voce di rivolgersi all’ente guidato da Roberto Occhiuto, per andare oltre l'impasse nel quale da tempo è caduto l'inizio del Pob 2 a causa, soprattutto, dell'inerzia di Eni Rewind (subentrata a Syndial nella titolarità delle aree industriali dismesse di Crotone). Il Piano operativo di bonifica 2 contempla da un lato la rimozione del Tenorm con amianto presente nelle due discariche fronte mare, ex Pertusola ed Fosfotec, con lo smaltimento dei rifiuti in un impianto lontano dai confini calabresi; dall'altro la messa in sicurezza del sito interno ex Pertusola con la tecnica del "soil mixig", ovvero la miscelazione dei terreni per fermare l'avanzata degli inquinanti sottostanti.

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