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Estorsioni e ’ndrangheta a Cutro, chiuse le indagini per 5 indagati

Sott’accusa i Giampa e i Martino. Le due famiglie avrebbero siglato la pax mafiosa per fare affari insieme

Le famiglie criminali dei Ciampà e dei Martino avevano siglato una «pax mafiosa» in nome degli affari per ritornare a dettare legge a Cutro. In che modo? A colpi di estorsione ai danni di imprenditori e commercianti.
È questa l'ipotesi investigativa delineata nell'avviso di conclusione indagini che i pm della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio e Paolo Sirleo, hanno fatto notificare alle 5 persone che, a vario titolo, devono rispondere di estorsione tentata e compiuta aggravata dalla finalità 'ndranghetistica.
L'operazione, scattata il 14 febbraio scorso con 5 arresti eseguiti dai poliziotti della Squadra mobile di Crotone, avrebbe smantellato un presunto giro di "pizzo" che sarebbe avvenuto all'ombra del clan Ciampà-Martino. Sotto accusa sono finiti: Giuseppe Ciampà di 41 anni, nipote del boss Antonio Dragone ucciso in un agguato di mafia nel 2004; il 36enne cugino Salvatore Ciampà, detto "u liune"; i fratelli Francesco Martino di 27 anni e il 31enne Salvatore Martino, figli di Vito Martino, carcerato e braccio armato del boss Nicolino Grande Aracri; e il 38enne Carmine Muto, fratello del collaboratore di giustizia Salvatore.

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