Traghettare la città verso il futuro, aiutandola a gestire al meglio le difficoltà causate da eventi legati a un clima ormai in profondo mutamento ma anche crisi determinate da siccità, incendi o persino terremoti. In una parola “resilienza”. È proprio questo lo sfondo che sta alla base del progetto “Amare-Eu” - A multicultural approach to resilience (un approccio multiculturale alla resilienza) varato dalla Commissione europea e nell'ambito del quale Catanzaro è stata selezionata a inizio marzo scorso assieme ad altre tre città europee: Eraklion in Grecia, Skopje in Macedonia e Rotterdam in Olanda.
Proprio in questa settimana a Vejle, in Danimarca, si è svolto un incontro tra i rappresentanti dei centri coinvolti nel percorso. Per il Comune di Catanzaro a Vejle è andato il dirigente Antonio De Marco, che ha curato la fase di progettazione a Palazzo De Nobili.
De Marco, raggiunto a Vejle telefonicamente, ha spiegato che “Amare-Eu” mira a raggiungere questa resilienza attraverso la sperimentazione di pacchetti (dei tool kit) di misure volte a migliorare la capacità di adattamento del contesto urbano con un occhio di riguardo alla multiculturalità. La scelta della Commissione di Bruxellese su Catanzaro è stata dovuta proprio alla presenza di immigrati non nativi e di una nutrita comunità rom. Predisporre una rete di protezione civile, di intervento rapido e di gestione delle emergenze che tenga conto delle esigenze di realtà spesso cresciute con culture diverse da quella del posto, diventa particolarmente importante in caso di catastrofe.
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