Certificare le professionalità acquisite, così da poterle far valere anche in un futuro concorso: è questa la strada che proveranno a battere, unitariamente Cgil, Cisl e Uil a favore dei lavoratori tirocinanti. Ma la via è buia e ci si muove a tentoni. I pezzi da incastrare sono tanti.
Soprattutto quelli sul piano politico. E così che, per tempo, prima che scadano gli ultimi sei mesi di tirocinio formativo, dalle tre confederazioni è arrivata una prima richiesta di incontro al prefetto di Catanzaro, unitamente all'assessore regionale al Lavoro, Angela Robbe.
«Un incontro - scrivono sulla Gazzetta del Sud in edicola - finalizzato a discutere delle problematiche inerenti i lavoratori tirocinanti». Il mondo dei precari, si sa, è piuttosto variegato, e questo dei tirocinanti non è da meno. Per loro - circa 500 in tutto il Vibonese - lavoratori inseriti nel bacino dei percettori di mobilità in deroga - oggi utilizzati negli enti locali, nelle Asp, o negli enti ministeriali - la Regione ha deciso di finanziare, come forma di politica attiva, i tirocini formativi con l'obiettivo di contrastare la disoccupazione.
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