Con l'avanzata del coronavirus le aziende casearie ricomprese nell'area Dop (Denominazione di origine protetta), hanno subìto un crollo delle vendite sia della ricotta fresca pari al 96 per cento, sia del formaggio Pecorino crotonese e del latte misto pecorino-vaccino del 60 per cento. Uno stato di crisi che a stretto giro potrebbe portare a decisioni drastiche: da una parte la «sospensione del ritiro del latte fornito dagli allevatori», dall'altra il ricorso alla cassa integrazione per gli addetti del settore.
Per questo, gli allevatori e i titolari dei caseifici che fanno parte del “Consorzio di tutela Pecorino Crotonese Dop” hanno scritto all'assessore regionale all'Agricoltura, Gianluca Gallo, per chiedere misure specifiche a sostegno di un comparto che rischia di collassare. In Calabria sono 49 i comuni nei quali ogni anno vengono prodotte oltre 2mila tonnellate di Pecorino crotonese Dop. Di questi, 27 centri fanno parte della provincia pitagorica, 11 del Cosentino e altri 11 nel Catanzarese.
L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Catanzaro
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia