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Vertenza call center a Crotone, nulla di fatto: resta incerto il futuro di 92 lavoratori

Nulla di fatto. Non ha prodotto effetti la protesta che ieri mattina una quarantina dei 107 lavoratori della Abramo Customer Care, impegnati nella commessa passata di mano, hanno messo in atto a Roma, davanti al Campidoglio, per chiedere lo slittamento di un mese del passaggio della gestione del servizio Roma Capitale, alla aCapo, la cooperativa del Consorzio Leonardo Servizi, che s'è aggiudicata la gara indetta dal Comune capitolino. Dal faccia a faccia avuto tra i rappresenti sindacali nazionali della Slc Cgil, Fistel Cisl e Uil Com con i dirigenti del Comune di Roma, che nelle scorse settimane hanno predisposto il bando, non è emerso niente di buono.

Perché di fronte all'istanza dei dipendenti (alcuni dei quali hanno preso parte alla riunione) di continuare a mantenere i vecchi livelli salariali anche col nuovo gestore del servizio, la risposta è stata secca: l'appaltatore è nelle condizioni di far partire il servizio dall'1 ottobre con le 40 unità (e non più 150 come fino ad oggi) che ha già assunto con retribuzioni ridotte che si aggirano sui 700/800 euro mensili, rispetto a quelle che venivano garantite dall'azienda di call center calabrese. In 15 del gruppo dei 107 hanno deciso di accettare le condizioni dettate dalla coop. Insieme a loro ci sono altre 25 maestranze reclutate tra chi in passato alla Abramo Customer care, era stato impegnato in Roma Capitale e che nel frattempo aveva perso il lavoro. Resta incerto il futuro dei restanti 92 dipendenti sui quali grava da tempo una procedura di licenziamento collettivo.

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