La campagna elettorale infinita continua a ingessare la politica comunale, in particolare il confronto in seno al centrodestra. I dolori della maggioranza non hanno ancora trovato uno sfogo, dopo essere deflagrati con le dimissioni di tre presidenti di commissione - Fabio Talarico, Giuliano Renda e Antonio Ursino - i cui sostituti non sono ancora stati indicati. Ma non si tratta soltanto di procedere alle sostituzioni, si tratta anche di capire le motivazioni profonde delle scelte, dettate probabilmente da un lato da quello scollamento tra esecutivo e Consiglio di cui ha parlato nei giorni scorsi Sergio Costanzo ma anche dalla necessità di capire l’assetto della maggioranza. In ballo, in effetti, per il centrodestra c’è tutta una prospettiva non più soltanto amministrativa - che in fondo ha ormai una profondità di pochi mesi - quanto politico-elettorale. E in questa fase le elezioni provinciali in arrivo sabato stanno contribuendo a frenare i chiarimenti interni, al fine di mantenere equilibri comunque piuttosto precari. Se già nel 2018 - quando la maggioranza era ancora “giovane” e, si pensava, solida - ci sono state polemiche per le scelte di voto di alcuni consiglieri figurarsi cosa potrebbe accadere adesso che tutti gli originari equilibri sono saltati.
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