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Facoltà di Medicina a Cosenza, Capellupo: intervenga Gratteri

Vincenzo Capellupo

"Appare sempre più necessario l'intervento del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri per verificare la possibile presenza di reati nella condotta dei soggetti protagonisti della vicenda che sta occupando le cronache di questi giorni. La questione della nuova facoltà di medicina a Cosenza, della firma  blitz del protocollo per far diventare l'Annunziata di Cosenza un Policlinico universitario - un Policlinico che nasce stranamente prima della operatività della facoltà di medicina!- e della contemporanea mancata sottoscrizione da parte del Presidente della Regione Calabria del protocollo di intesa per l'integrazione tra il Pugliese – Ciaccio e la Mater Domini, si arricchisce ogni giorno di nuovi risvolti che rendono la vicenda addirittura grottesca, se non fosse che tale situazione rischia di pregiudicare in maniera irreversibile le possibilità per i calabresi di fruire di un servizio sanitario di qualità nella propria terra. Oltre che della deliberata volontà non solo di danneggiare ma di distruggere il Capoluogo di Regione". Lo ha affermato, in una nota, il Consigliere comunale di Catanzaro, Vincenzo Capellupo.

"Appare assurda, in tal senso, la posizione assunta dal docente Unical Ettore Jorio, componente, forse in conflitto di interessi, nominato dalla Regione Calabria nella commissione paritetica che ha redatto il protocollo di intesa tra Regione e Università “Magna Grecia”, protocollo a cui manca solo la firma del Presidente della Regione per divenire operativo. L’esperto nominato dalla Regione Calabria, sostiene oggi che l’Azienda Universitaria “Mater Domini”, che gestisce il Policlinico e la facoltà di medicina è giuridicamente inesistente, poiché costituita, a suo dire, con un decreto del Presidente della Giunta Regionale (il DPGR 8 febbraio 1995 n. 170) che deve considerarsi giuridicamente nullo. Per la verità, l’esperto Unical afferma anche che delle 32 aziende ospedaliere - universitarie italiane molte presentano il medesimo vulnus costitutivo, e quindi desumiamo noi, o la presunta carenza procedurale di cui parla il prof. Jorio in realtà non esiste, o si tratta di un vulnus assolutamente marginale e trascurabile. Infatti, non risulta che in regioni quali il Veneto o la Lombardia simili appigli procedurali vengano utilizzati come pretesto per frenare la nascita della più grande azienda ospedaliera della Calabria, rischiando in tal modo di ledere gravemente il diritto alla salute dei cittadini".

"Inoltre, il cavillo in questione - secondo Capellupo - emergerebbe dopo quasi 30 anni di distanza dall’emanazione del decreto costitutivo dell’azienda Mater Domini, dopo che alla guida dell’Ente regione si sono succeduti un numero imprecisato di Presidenti ed Assessori alla sanità di tutti i colori politici, oltre a cinque Commissari ad acta nominati dai Governi nazionali. Ancora, tale vulnus viene rilevato dopo che è stata emanata la legge regionale n. 33 del 16 dicembre 2021 che ha sancito l’integrazione di Pugliese – Ciaccio e Mater Domini con la conseguente nascita dell’azienda unica “Renato Dulbecco”. Legge, quest’ultima, che non è stata impugnata dal Governo davanti alla Corte Costituzionale, a differenza di quanto avvenuto con le leggi precedenti aventi il medesimo contenuto. Infine, la giuridica inesistenza dell’azienda Mater Domini compare dopo che la facoltà di medicina svolge il suo mandato formativo ed assistenziale in Calabria da ormai 50 anni, grazie anche alle cifre ingentissime spese per dotare la Mater Domini di un Policlinico all’avanguardia. E non vorremmo che anche quanto accaduto al S.Anna rientrasse in questo progetto politico più complessivo di danno alla sanità calabrese ed al suo Capoluogo. A questo punto, credo non sia più rinviabile una mobilitazione generale rompendo i troppi silenzi di alcuni nonché ritengo necessario l’intervento del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.  E’ urgente, infatti, verificare che nella condotta dei protagonisti della vicenda dai vertici dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, ai consulenti nominati dalla Regione Calabria, fino ad arrivare allo stesso Presidente della Regione Calabria non sussistano profili di reato per azioni ed omissioni. Occorre accertare l’assoluta liceità delle condotte di tutti gli attori coinvolti in questa triste vicenda. Nessuno può considerarsi al di sopra della legge, soprattutto quando viene messa in discussione la tutela della salute dei cittadini".

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