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Urbanistica a Catanzaro, corsa a perdifiato per il Psc. Ma il piano rischia di nascere... vecchio

La legge regionale istitutiva risale al 2002, oggi è cambiato tutto il quadro normativo. Politica e professioni puntano i fari sulla rigenerazione urbana

Il Piano strutturale chiave di volta per la rivoluzione urbanistica della città? La risposta potrebbe non essere così scontata, alla luce dell’evoluzione del quadro normativo in materia ma anche alla luce degli ormai mutati scenari territoriali. Del resto i Psc sono stati istituiti nel 2002 e dopo ventuno anni, si può dire, il mondo è cambiato più volte. Il capoluogo attende lo strumento di programmazione ormai da tempo. Ricorda un po’ la tela di Penelope, anche se in questo caso l’amministrazione comunale non intende stravolgerlo rispetto alle previsioni della precedente consiliatura, piuttosto vuol procedere a integrarvi i propri obiettivi strategici, legati per esempio alla nuova mobilità e all’utilizzo degli spazi pubblici, come spiegato nei giorni scorsi su queste colonne dalla vicesindaca Giusy Iemma, che ha la delega all’Urbanistica.
Il lavoro sul Piano è ormai avviato, quindi l’obiettivo di fondo è quello di completarlo e portarlo all’approvazione. Ma anche a livello regionale sembra iniziare a farsi strada la consapevolezza che l’idea di avere un Psc in ogni comune - è la tesi del consigliere regionale Francesco De Nisi, illustrata in un convegno promosso a Catanzaro proprio da Iemma e dalla sezione regionale dell’Istituto nazionale di Urbanistica - sia ormai superata dall’evoluzione normativa.

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