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Parco Romani, le scelte decisive passeranno dal Consiglio comunale di Catanzaro

Riflessioni in corso dopo il sopralluogo delle commissioni di Palazzo De Nobili. L’ipotesi cimitero al chiuso non va giù agli investitori privati

Sopralluoghi, confronti e assemblee su Parco Romani ancora non arrivano a definire un futuro per la grande incompiuta che rimane abbandonata alle pendici del centro storico, nel quartiere Sala. Uno dei passaggi per il suo recupero sarà quello in Consiglio comunale, chiamato a decidere su un eventuale cambio di destinazione d’uso. Ma prima di arrivare a questo sarà necessario decidere le sorti di quello che sarebbe dovuto diventare un parco direzionale e commerciale ma che oggi è soltanto un rudere.
Nei giorni scorsi i consiglieri comunali delle commissioni Attività economiche e Patrimonio hanno svolto un sopralluogo all’interno dell’enorme immobile. All’interno (ma anche all’esterno) hanno trovato degrado: la costruzione era arrivata praticamente quasi alla fine, erano stati installati anche i vari impianti. Adesso non c’è nulla, sono stati portati via infissi, cavi, tubazioni. È stato smontato pezzo dopo pezzo, almeno nelle parti riutilizzabili. Di fatto il recupero della struttura comporterebbe spese milionarie. Per questo serve un’idea che metta nelle condizioni di avere un ritorno (economico o in termini di utilità) il privato o l’ente pubblico che intenda mettervi mano.
In queste proposte si inserisce l’idea lanciata da queste colonne dall’amministratore unico di Catanzaro Servizi, Rosario Munizza, che ha ipotizzato la trasformazione dell’immobile nel più grande cimitero al chiuso del Mezzogiorno. La proposta in verità non è andata giù proprio agli investitori che non vedrebbero di buon occhio tale prospettiva.

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