Altro che panettone e pandoro, caccia ai regali, preparativi per il cenone del 24 o per il pranzo del 25. Il Natale del Catanzaro (e della Serie C) cade in mezzo al tour de force che porta alla sosta: quindi niente relax, ma tre gare in una settimana a partire da questa con il Siracusa, l’ultimo saluto al “Ceravolo” prima delle difficilissime trasferte di Trapani e Potenza.
Che sono vicine e lontane allo stesso tempo: la sfida che conta è oggi pomeriggio; l’avversario in crisi, ma di qualità. I giallorossi devono azzannare la partita come se non mangiassero da mesi, dimenticare l’illusoria sazietà dei nove risultati utili di fila, cancellare l’atmosfera di festa dei giorni scorsi: la cena sociale, gli incontri fra giocatori e tifosi al nuovo negozio del club, quello del tecnico con i sostenitori della provincia, tutta roba che alimenta la passione dell’ambiente, ma che ha pure necessità di altro fuoco.
«Un atteggiamento morbido come quello dei primi 15’ di Matera, gol subito compreso, non deve esistere. Guai a entrare tardivamente nella gara, è un aspetto che abbiamo toccato, ma i nostri allenamenti sono comunque sempre intensi. La regola è questa: non possiamo mai pensare di essere superiori agli avversari, la C non è la Serie A, la qualità superiore va dimostrata sul campo, e anche questo fa parte del nostro percorso di crescita».
L’avviso di Gaetano Auteri è chiaro. «Sappiamo di poter essere più bravi degli altri, ma dobbiamo farlo vedere giocando. Per vincere abbiamo bisogno di intensità, equilibrio, lucidità, senza sperperare nulla. E poi vogliamo fare bella figura e dare i tre punti ai tanti tifosi che rientrano da fuori».
Andrea Celia Magno
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