C'è un convitato di pietra nella sconvolgente inchiesta della Procura di Salerno che ieri ha portato all'arresto del presidente della sezione della Corte d'Appello di Catanzaro Marco Petrini. Ancora una volta sembra essere l'appartenenza alla massoneria a fare da trait d'union tra uomini delle istituzioni e personaggi border line.
Nell'ordinanza con cui è stato disposto l'arresto di otto persone per due volte si fa riferimento alle logge. Nel primo caso è Emilio Santoro, personaggio centrale dell'inchiesta, a spiegare il perché del suo forte interessamento per la causa dell'ex consigliere regionale Giuseppe Tursi Prato. A specifica domando del presidente del Cda della “Bcc del Crotonese” Ottavio Rizzuto sulla appartenenza del politico alla massoneria, «Pino è “fratello” nostro?», Santoro risponde «sì» poi aggiunge «è dell'Opus Dei».
Ma l'ex medico dell'Asp di Cosenza non è l'unico a tirare in ballo i grembiulini. Andrea Mantella ex boss vibonese dal 2016 collaboratore di giustizia descrive Petrini come appartenente alla massoneria deviata. Per il gip di Salerno le parole del pentito sono «simmetriche e convergenti rispetto alle altre risultanze investigative».
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