Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

L'omicidio Tersigni in centro a Crotone, c'è un sesto arresto: nomi e foto

C'è una sesta persona coinvolta nell'agguato costato la vita a Giovanni Tersigni, il 36enne ucciso la sera del 7 settembre 2019 in piazza Albani, a Crotone. Si tratta di Giuseppe Passalacqua, 33 anni, che è stato fermato questa mattina dagli agenti della Squadra Mobile, su disposizione del sostituto procuratore Pasquale Festa, titolare dell'inchiesta.

Passalacqua (che era già stato arrestato nelle ore successive all'omicidio per accertamenti), secondo le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Francesco Oliverio (il mandante dell'omicidio) avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel delitto, maturato per motivi legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.

In sostanza, il 33enne crotonese avrebbe avvisato con uno squillo sul cellulare Paolo Cusato (31) della presenza di Tersigni sul luogo dell'agguato. A sparare, invece, sarebbe Cosimo Berlingieri (29) con una pistola Beretta calibro 7.65. Oltre ad Oliverio, Cusato, Giuseppe Passalacqua e Berlingieri, sotto accusa sono finiti Cosimo Damiano Passalacqua (24), Dimitar Dimitrov Todorov (31).

Tutti devono rispondere di concorso in omicidio. Per loro il pm ha escluso l'aggravante della premeditazione. Al termine dell'udienza preliminare, il gup del tribunale di Crotone, Michele Ciociola, ha dichiarato la propria incompetenza funzionale sul procedimento e ha trasmesso gli atti alla Procura distrettuale di Catanzaro.

Oliverio ha ricostruito in aula le fasi dell’organizzazione dell’omicidio: "L'intenzione - ha detto Oliverio - era quella di gambizzare Tersigni, ma Berlingieri dopo il primo colpo si è intimorito vedendo alzare Tersigni e ha continuato a sparare». Nel corso dell’udienza proprio Cosimo Berlingieri ha fatto delle dichiarazioni spontanee sostenendo di essere stato costretto da Oliverio a sparare a Tersigni. «Eravamo venuti a Crotone per un affare legato allo spaccio di erba, ma poi Oliverio mi ha costretto a compiere l’agguato. Mi ha pure puntato la pistola alla testa minacciando la mia famiglia. io non volevo sparare. Chiedo scusa alla famiglia Tersigni».

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia