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Limbadi ricorda Maria Chindamo a 5 anni dalla sua scomparsa

Grande commozione a Limbadi dove in questo momento si sta svolgendo un particolare momento d’incontro nel ricordo di Maria Chindamo, imprenditrice scomparsa il 6 maggio 2016. Oggi a cinque anni da quell’episodio lo Stato, le istituzioni, la famiglia Chindamo, le associazioni e le scuole stanno commemorando la tragica scomparsa della 44enne imprenditrice di Laureana di Borrello. Un momento pregnante che sta a significare la grande forza di volontà, in primo luogo del fratello Vincenzo e dei figli, per cercare di dare dignità a Maria Chindamo davanti ai cancelli dell’azienda agricola dell’imprenditrice.

A cinque anni dalla sua scomparsa, sulla triste storia di Maria Chindamo non è calato il silenzio, ma non s’è neppure accesa la luce della verità. E non c’è neppure giustizia per una donna che ha pagato con la vita il coraggio di sentirsi libera in un terra che libera non è. Il suo ricordo è, comunque, sempre vivo e, per non dare al tempo la forza di smorzarlo, si muovono tutti i santi giorni, senza lasciare mai nulla d’intentato, i figli Vincenzino, Federica e Letizia, la mamma Pina, il fratello Vincenzo, gli amici, i mass media, l’Italia intera.

Tutti loro sono pronti a restare in prima linea sino a quando il corpo della donna non sarà ritrovato, sino a quando non ci sarà una tomba su cui versare una lacrima e poggiare un fiore. E perché nessuno dimentichi, oggi 6 maggio, quinto anniversario della scomparsa dell’imprenditrice 44enne di Laureana di Borrello, davanti al cancello d’ingresso della sua tenuta agricola di località “Montalto” di Limbadi, alle ore 11, si terrà un sit-in per rinnovare, nel dolore del ricordo, il desiderio che venga scritta la parola fine ad una vicenda che ha lasciato il segno. Ad organizzare la manifestazione, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid, oltre ai familiari, ci saranno il centro comunitario “Agape”, le associazioni “Libera” e “Penelope Italia Odv”, nonché il progetto “Mettiamoci una croce, i giovani verso il voto in Calabria” e il comitato “Controlliamo noi le terre di Maria”.

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