Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Vandali in 2 scuole di Catanzaro, i docenti: «Uniamoci nell'indignazione e pretendiamo chiarezza»

«Stamani soprattutto sui social c’è addirittura chi tuona colpevolizzando una generazione di ragazzi o addirittura lancia strali contro gli insegnanti, quasi fossero loro i colpevoli di una tale vergogna: è inaudito! La difesa della Scuola tutta passa da un’attiva collaborazione tra chi gode del servizio scolastico e chi a tale servizio garantisce cura, dedizione ed impegno. Basta creare divisioni! Uniamoci nell’indignazione contro un atto deplorevole come questo che abbiamo vissuto oggi e pretendiamo insieme che sia fatta chiarezza sui fatti, affinché gli stessi non abbiano a ripetersi a spregio di valori quali l’onestà, l’educazione, il rispetto e il benessere morale e materiale di un’intera comunità!». Lo hanno affermato, in un comunicato unitario (così com'è l'appello all'unità nell'indignazione), i docenti degli istituti comprensivi Patari-Rodari e Pascoli-Aldiso, dopo gli atti vandalici perpetrati da ignoti in entrambi gli istituti.

«C’è da restare sgomenti - hanno esordito i docenti - dinanzi al triste scenario che stamattina si è presentato ai nostri occhi, quando abbiamo preso servizio ai plessi Patari e Rodari (I.C. Patari-Rodari) ed al plesso Aldisio (I.C. Pascoli-Aldisio) dopo la pausa natalizia. In un momento in cui la Scuola come Istituzione paga forse il prezzo più alto di una pandemia che ha investito ogni settore, oggi si è verificato un atto che non può essere classificato solo ed esclusivamente come vandalico, ma va visto anche come l’ennesimo attacco ad una parte fondamentale della nostra società, quella che contiene le basi del nostro vivere civile e fa germogliare in sé i semi di quell’educazione e di quella formazione imprescindibili nella vita di ognuno di noi. Bruciare libri, spargere qua e là mascherine protettive ad uso di bambini e ragazzi, danneggiare irreparabilmente materiali e strumenti didattici, devastare una scuola intera non è soltanto indice di illegalità, il che già di per sé richiederebbe un serio e risolutivo intervento. È anche il segnale di un preoccupante cambio di mentalità, secondo cui la Scuola perde il suo ruolo fondante e prioritario rispetto ad ogni altro settore. E’ indirettamente un non riconoscerla il nucleo vitale della collettivitàNon sono solo i danni materiali a dover essere conteggiati; vanno anche valutate attentamente le ferite morali inferte ai Dirigenti, agli utenti e agli operatori che nella Scuola trovano la loro casa, la loro famiglia, il loro presente, il loro futuro».

I docenti hanno pure evidenziato che «vale la pena ricordare che la scuola è appunto un “bene comune”, sicché questo giorno difficile può spingerci a diventare persone migliori, attraverso l’invito alla coesione e alla cittadinanza consapevole come risposte al male dilagante. È bene dare un senso civile ad un'esperienza così dolorosa, perché chi colpisce una scuola colpisce tutti e perché ad una “umanità” distruttiva bisogna contrapporre i valori civili, in quanto ognuno è portatore di una responsabilità piena delle proprie azioni e più pericolosi del virus stesso sono l’indifferenza e l’egoismo, personali e collettiviQuello allo studio è uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona e la scuola è il luogo dove si acquisiscono gli strumenti per la coscienza critica, dove si contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, del loro senso di responsabilità e della loro autonomia individuale, dove si persegue il raggiungimento di obiettivi culturali e professionali ai fini dell’inserimento nella vita attiva. Vorremmo ricordare che la scuola è un luogo di dialogo e di interazione sociale, dove è possibile crescere attraverso il contatto con le persone e dove si concretizza l’accettazione della diversità. Nella scuola vige libertà di espressione e di pensiero, nel rifiuto di qualsiasi barriera ideologica, sociale e culturale. La scuola rende il cittadino sovrano e non suddito, poiché l’istruzione è molla di progresso ed emancipazione. Non si è cittadini senza educazione e non c’è educazione se non si è cittadini. Noi docenti dell’Istituto comprensivo "Patari-Rodari" e dell’Istituto comprensivo "Pascoli-Aldisio" di Catanzaro oggi incassiamo il colpo, ma siamo pronti a ripartire con forza, dignità e grinta, perché, lo si voglia o no, la Scuola resta ancora (e lo sarà per molto) una fondamentale possibilità di riscatto per le presenti e future generazioni».

Caricamento commenti

Commenta la notizia