30 marzo 2020-17 febbraio 2022. Un intermezzo di due anni separa queste date che per la comunità di San Calogero significano in due parole due cose: frana e paura.
Nei primi giorni di primavera del 2020 una vera e propria alluvione, che colpì il Vibonese, segnò per il popoloso comune a Sud della provincia più piccola della Calabria l'inizio di un percorso a dir poco traumatico. Una copiosa frana colpì località Lirda all'ingresso del paese, praticamente sulla provinciale che collega San Calogero con lo strategico bivio per la SS 18 che collega il comune a Nord con Mileto e Vibo e a Sud con Rosarno e la Piana di Gioia Tauro.
Una frana che preoccupò la popolazione e che spinse l'allora sindaco Brosio a provare a smuovere la situazione interpellando le istituzioni. Ma poco fu fatto, anzi nulla. Al di là di incontri, e sopralluoghi sul posto.
Ora, a distanza di quasi due anni, San Calogero è stata investita da un nuovo e ancora più fragoroso e pericoloso movimento franoso, sempre nella stessa zona, ma stavolta non dal basso della vallata come accadde due anni fa, ma dalla collina, dalle prime abitazioni che si affacciano sulla strada provinciale. La terra è venuta giù, e con sè anche un tronco di quercia ed una casa disabitata. Giù anche un grande pezzo d'asfalto, sabbia, detriti, fango, tubi delle acque bianche. E' venuto giù praticamente di tutto. L'attuale sindaco, Giuseppe Maruca, ha subito provveduto all'evacuazione dell'area dove è sito un importante esercizio commerciale e dove è sita anche un'abitazione civile. Una famiglia, dunque, evaquata, ma ora a tremare sono altri edifici posti sopra un costone ed un muro di cinta che sta venendo giù con la terra che continua a muoversi anche nelle ultime ore.
Tutto è accaduto nel tardo pomeriggio di giovedì scorso, alle 19:30 circa. Un boato ha squarciato la tranquillità dei sancalogeresi che ora si trovano a fronteggiare ancora una volta l'incubo del dissesto idrogeologico.
Un paese al confine tra il territorio del Poro e la vallata della Piana di Gioia Tauro, lì dove venendo da Rombiolo è possibile intravedere stamattina anche lo spettacolo unico dell'Etna innevato. Un paese che ora deve fronteggiare questa nuova emergenza, con il territorio Vibonese sempre più debole e che rivive i fantasmi delle spaventose frane degli anni passati, quelle di Maierato e di Vazzano.
Maruca: "Non lasciateci soli"
Stamattina siamo stati a San Calogero per renderci conto dal vivo della situazione insieme al primo cittadino Maruca e al vice presidente del Consiglio comunale, Sante Prestia. Le foto nella gallery che potete scorrere qui nell'articolo parlano da sole. Il sindaco Giuseppe Maruca, in carica dal settembre 2020, è visibilmente preoccupato: "La situazione è in continua evoluzione ed il nostro territorio è costretto a fronteggiare, da un lato l'isolamento al quale ormai siamo abituati da tre anni almeno con l'impossibilità di raggiungere la SS 18 e con San Calogero raggiungibile solamente dal versante a Nord, da Rombiolo. Inoltre, la preoccupazione maggiore - rileva il primo cittadino - è che questa situazione in continua e veloce evoluzione coinvolga ulteriori dieci-quindici abitazioni civili". Maruca rivolge un vero e proprio appello: "Mi aspetto che le istituzioni ai vari livelli prendano coscienza della gravità della situazione. Il mio è un appello accorato, si attenzioni la situazione e chi di dovere intervenga. Ci auguriamo che passata la tempesta non si vada nel dimenticatoio e ancora una volta dico, non ci abbandonate".
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