Appassionante, con lo sguardo rivolto ai giovani e al territorio, cercando di agire sinergicamente e senza disperdere forze e risorse. È l’estrema sintesi del primo incontro operativo del comitato promotore del Distretto del Cibo delle “Terre Vibonesi”, svoltosi mercoledì nella sala consiliare della provincia di Vibo e conclusosi con l’unanime consenso al progetto da presentare alla regione per la definitiva attivazione dell’indispensabile strumento di sviluppo.
Un progetto che, a partire dal cibo, punta a creare una forza propulsiva per tutte le risorse della provincia, identitariamente intesa come unità e definita come il perfetto “riassunto” di ciò che la Calabria può offrire. Convinte della bontà dell’iniziativa e della serietà operativa del Gal, che ha messo a disposizione la propria struttura e le proprie competenze e professionalità, vi hanno aderito alcune tra le forze più valide e rappresentative del territorio. L’incontro è stato moderato dall’esperto in comunicazione pubblica Valerio Caparelli, che ha parlato del Distretto come uno «strumento che vuole prendere il tanto di buono che la provincia offre per amplificarlo, come una sorta di cassa di risonanza economica e sociale».
Convinto di ciò anche il presidente della provincia, Salvatore Solano, secondo cui il «Distretto del Cibo è qualcosa di tangibile, perché abbiamo tanti prodotti di eccellenza, ma è necessario affiancare a questo strumento un brand che renda unico e riconoscibile il territorio». Ha elogiato il lavoro del Gal, poiché incentrato sul principio della solidarietà orizzontale, il vicesindaco di Vibo, Domenico Primerano, secondo cui, «lavorando in collaborazione tra le varie reti possiamo dare ai nostri giovani un buon futuro nella loro terra».
«Una riflessione che mandi un messaggio al territorio e a chi non ha aderito al distretto» l’ha voluta fare il presidente del Gal, Vitaliano Papillo, che ha sintetizzato l’impegno dell’agenzia di sviluppo in questo frangente nella «necessità di dare vita non al solito scatolone vuoto ma a uno strumento valido, che è stato sposato con convinzione dagli altri partner non in considerazione di “magliette” di questo o quel colore politico ma in virtù dell’efficienza dimostrata dal Gal, che è riuscito ad impegnare e spendere per le “Terre Vibonesi” tutte le risorse messe a disposizione».
Una sorta di riconoscimento del valore sul campo all’agenzia di sviluppo, dunque, che dall’ultimo report è risultata prima in termini di efficienza tra le analoghe strutture in Calabria. Gli ha fatto eco il commissario della Camera di Commercio, Sebastiano Caffo, il quale ha parlato della necessita, “a tutti i costi”, di evitare polemiche e andare verso la creazione di un unico distretto come valida occasione di sviluppo, evitando la dispersione di forze e risorse. Secondo quanto affermato dal presidente di Confindustria, Rocco Colacchio, quello vibonese è il più grosso distretto agroalimentare della Calabria, fatto di piccole e grandi imprese che fanno numeri. «Con il distretto del cibo non faremo altro che mettere la ciliegina su una torta che ci permetterà di entrare a testa alta nei mercati internazionali». Tema dominante è stato quello dei giovani e della necessità di creare i presupposti per farli rimanere. Lo ha rimarcato anche il responsabile della pastorale diocesana del lavoro, don Pietro Carnovale, il quale, intervenuto in vece del dimissionario vescovo Luigi Renzo, ha parlato delle iniziative messe in campo dalla diocesi in tal senso, soprattutto incentivando il cooperativismo. «Per questa ragione – la logica deduzione del sacerdote – siamo stati lieti di offrire la nostra collaborazione a questo progetto, valido input allo sviluppo del territorio, capace di aiutare i giovani che restano».
Nel successivo dibattito hanno portato significativi spunti sindaci, giornalisti, presidenti di associazioni di categoria e rappresentanti di imprese, associazioni e istituzioni scolastiche. Hanno chiuso il lungo ma interessante pomeriggio il dirigente regionale all’agricoltura Giacomo Giovinazzo per cui i Distretti del Cibo sono «un sistema avanzato di organizzazione, non un punto di arrivo ma il punto di partenza che porta lavoro e la programmazione del beneficio è nel medio lungo periodo», e l’assessore al ramo Gianluca Gallo, secondo il quale «il distretto è uno strumento indispensabile per la governance dei sistemi rurali e per la tutela e valorizzazione delle progettazioni integrate del territorio, oltreché una scelta innovativa e un’opportunità culturale. La realtà vibonese – ha sottolineato Gallo - è già un passo avanti rispetto agli altri territori calabresi, e non è ammissibile che su un territorio così ci si divida sull’argomento dello sviluppo. La politica deve compattare. Quindi, - ha concluso - il Dipartimento Agricoltura ha inteso trovare le condizioni della sintesi e della condivisione».
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