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Bare dei migranti annegati posizionate nel palazzetto di Crotone. Domani la camera ardente

Sarà aperta domani la camera ardente per le vittime del naufragio di Steccato di Cutro. Ne dà notizia la prefettura di Crotone. Al termine delle procedure medico legali, a partire dalla mattinata di domani la camera ardente sarà aperta presso il «Palamilone» di Crotone. Le bare dei naufraghi che hanno perso la vita sono state posizionate all’interno del palazzetto dello sport di Crotone. Oggi, intanto, si è riunito il Centro coordinamento soccorsi per un aggiornamento delle fasi delle ricerche. Le operazioni, sempre coordinate dalla Capitaneria di Porto, proseguiranno per tutta la giornata con mezzi aerei e navali e con l’aggiunta di un drone della Protezione Civile Regionale.

Il bilancio, tuttora provvisorio, è di 66 vittime, 28 delle quali identificate: 25 afghani, un pachistano, un palestinese e un siriano. Le nazionalità dei migranti tratti in salvo sono: Afghanistan, Pakistan, Palestina, Siria, Iran, Somalia. E’ un bambino dell’età di cinque o sei anni l’ultima vittima recuperata quando già era buio nelle acque di Steccato di Cutro. I minori morti quindi sono 15 mentre 14 sono quelli sopravvissuti. Tra loro 5 sono ricoverati, 6 sono al Cara di Isola Capo Rizzuto, uno, che ha detto di avere 17 anni, è stato fermato come presunto scafista, e 2 non accompagnati portati in strutture idonee. I ricoverati in ospedale sono 15. I dati sono forniti dal Centro coordinamento dei soccorsi aperto nella Prefettura di Crotone.

Intanto, una delegazione della squadra dell’Fc Crotone, guidata dal tecnico Lamberto Zauli e dal capitano Vladimir Golemic, ha portato il suo omaggio alle vittime del naufragio di domenica a Steccato di Cutro. Il capitano ha depositato dei fiori alla cancellata esterna del Palamilone con la scritta «dolore e lacrime per voi, non si può morire cosi». «Siamo tutti sconvolti - si legge in una nota della società calcistica - per aver assistito, impotenti, all’ennesima tragedia, questa volta consumatasi proprio davanti ai nostri occhi, in cui hanno perso la vita anche tanti bambini. Non dobbiamo indugiare oltre e avviare subito una riflessione su ciò che ognuno di noi, a maggior ragione chi gode di una visibilità importante, può fare per evitare che tutto ciò si ripeta»

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