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Autobomba contro il biologo a Limbadi, la madre chiede giustizia dopo i domiciliari a un'indagata

Rosaria Scarpulla, la mamma del biologo ucciso

«Matteo non verrà a casa a stare con noi, ad abbracciarci di nuovo. Matteo neanche ai domiciliari potrà più tornare, mentre chi è stato arrestato con la pesante accusa di essere tra gli ideatori e promotori di quella maledetta autobomba a casa sua ci è tornato. Perché questi privilegi? È questa la giustizia?».

Il dolore scandisce ogni parola di Rosaria Scarpulla, la madre del biologo di Limbadi dilaniato dall’esplosione del 9 aprile scorso, un dolore che è diventato più grande nel momento in cui ha appreso la decisione del Tribunale del riesame di Catanzaro di concedere i domiciliari a Lucia di Grillo, di 29 anni, arrestata insieme alla madre, al padre e al marito, per l’autobomba (omicidio e tentato omicidio) e per detenzione di armi.

Una sentenza che Rosaria Scarpulla – l’abitazione della quale tra l’altro non è neanche lontana da quella della Di Grillo – non riesce a mandare giù, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola.

«Non dovevano fare questo – sottolinea riferendosi ai giudici che hanno concesso i domiciliari alla giovane – cosa hanno giudicato? Cosa possono capire loro che non hanno vissuto sulla loro pelle il dolore che attanaglia la nostra vita? Noi ci siamo consegnati alla giustizia senza alcun tentennamento, lo abbiamo fatto da subito e non ce ne pentiamo, ma la dignità non intendiamo perderla".

 

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