La Dda di Catanzaro aveva chiesto una misura cautelare anche per l’ex sindaco di Torre di Ruggero, Giuseppe Pitaro con l’accusa di concorso esterno, nell'ambito dell'inchiesta condotta dai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro che ha portato all'arresto di 17 persone tra presunti capi e affiliati alla cosca Iozzo-Chiefari federata a quella dei Gallace di Guardavalle.
Secondo quanto reso noto dal procuratore Nicola Grattteri durante la conferenza stampa, le indagini avrebbero svelato che una interdittiva antimafia sarebbe rimasta chiusa in una cassaforte del Comune. Il gip però ha ritenuto non sufficienti gli elementi a carico dell’ex primo cittadino.
All’ex sindaco sarebbero poi contestati alcuni appalti assegnati con la procedura della somma urgenza. Gratteri ha inoltre reso noto che durante “la campagna elettorale il capomafia del paese era sul palco con il candidato poi divenuto sindaco. Una chiara - ha aggiunto il procuratore - scelta di campo”.
"Ho svolto le funzioni di sindaco del Comune di Torre di Ruggiero dal 2006 al 2015 - afferma Pitaro in un comunicato - fronteggiando le varie problematiche di un piccolo borgo dell'entroterra calabrese nel pieno rispetto del principio di legalità. Apprendo ora, con profondo dispiacere, che nell'inchiesta denominata 'Orthrus' compare il mio nome, ma, al contempo, mi compiaccio che il Gip, dopo avere esaminato la mia posizione, abbia accertato e riconosciuto la mia totale estraneità ai fatti oggetto dell'indagine".
"Negli anni in cui ho svolto la funzione di sindaco - dice ancora Pitaro - ho profuso il mio impegno per dare una mano ad una comunità angustiata da tante criticità vecchie e nuove e l'ho fatto attenendomi scrupolosamente alle prerogative in capo all'organo politico e senza mai travalicarle, cosi come ha accertato il Gip nel suo provvedimento. La mia biografia, assolutamente specchiata, mi porta ad apprezzare le iniziative giudiziarie di contrasto al fenomeno criminale, pur segnalando, tuttavia, l'esigenza costituzionale che siano esaminate con il dovuto rigore le singole posizioni processuali al fine di non scalfire la dignità di persone distanti anni luce da illegalità e comportamenti ripugnanti".
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