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Scott Rinascita, Corbelli (Diritti Civili): "Perché negare i domiciliari all'ex sindaco di Pizzo?"

Gianluca Callipo, ex sindaco di Pizzo

“Perché continuano ad essere negati finanche i domiciliari all’ex sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, che grida la sua innocenza, mentre vengono scarcerati, a decine, gli altri indagati dell’inchiesta ‘Rinascita’ e, per altre indagini, anche magistrati importanti, rei confessi di gravi e odiosi reati”? A porsi e porre la domanda è Franco Corbelli (Diritti Civili) per il quale "in nome di quale Giustizia Giusta e principio garantista, di presunzione di innocenza, sino al terzo grado di giudizio, come prevede la nostra Costituzione, si continua a tenere in carcere, negando finanche gli arresti domiciliari, l’oramai ex sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo? Perché a magistrati importanti, indagati (a piede libero), accusati e, in alcuni casi, rei confessi di gravi e odiosi reati - sottolinea Corbelli -  vengono concessi i domiciliari e all’ex sindaco di Pizzo, che grida la sua innocenza, no? Chiedo e mi auguro che a queste legittime, e purtroppo anche inquietanti, domande dia una risposta la visita della Prima Commissione del Csm lunedì agli Uffici giudiziari di Catanzaro”.

Al tempo stesso il leader del Movimento Diritti Civili, nell'esprimere la sua solidarietà all’ex sindaco di Pizzo, sulla scorta della sua ultratrentennale storia garantista fatta di  innumerevoli battaglie, in tutto il Paese, per una "giustizia giusta" rincara la dose: “Perché, mentre vengono, a decine, scarcerati molti degli arrestati della maxi operazione ‘Rinascita’, per l’ex sindaco Callipo viene confermata la detenzione in carcere, dove si trova dal 19 dicembre, di fatto abbandonato e dimenticato quasi da tutti? Tralasciando principi meramente umanitari, in nome di quali (inesistenti!) esigenze cautelari continua ad essere confermato il carcere, visto che si è subito dimesso da sindaco, non sussiste quindi più né la possibilità di reiterazione del reato, né di inquinamento delle prove (o presunti tali e comunque già acquisite), né certamente di fuga, visto che Callipo continua onestamente e dignitosamente a rivendicare la sua innocenza?”

Una battaglia garantista questa che Corbelli ritiene valga  “sia  per Callipo, così come per gli altri indagati che si dichiarano innocenti. Io non conosco personalmente Callipo  e gli altri indagati - aggiunge - ma sento il dovere di far sentire, forte, ancora una volta, e senza alcun timore da parte di chicchessia, la mia voce di civile protesta. Io chiedo solo che si ponga fine alla detenzione e che si dia la possibilità a Callipo, così come agli altri indagati, ancora detenuti, che proclamano la propria innocenza, di potersi difendere, da cittadini liberi, in un’aula di Tribunale. E se condannati in modo definitivo che scontino la pena, così come prevede la Legge. Così come dovrebbe essere in uno Stato di diritto e in un Paese civile".

"Purtroppo oggi è letteralmente scomparso il garantismo e dilaga il giustizialismo, in Calabria e in Italia! Basta vedere lo scempio del blocco della prescrizione (una autentica barbarie che calpesta lo Stato di diritto e condanna l’imputato ad un processo a vita!), certe violente campagne mediatiche, delle piazze e manifestazioni che un giorno la Storia dirà se sono state positive o nefaste per la Giustizia e la stessa democrazia! Io, con la mia storia garantista - prosegue Corbelli -  preferisco continuare ad essere agli antipodi di questi feroci giustizialisti, lontano da queste piazze, sempre dalla parte delle vittime delle ingiustizie (come ho fatto in questi anni per difendere finanche noti magistrati e giornalisti!), di quelle persone perbene e innocenti, che si vedono, purtroppo sempre più frequentemente, ingiustamente colpiti da provvedimenti giudiziari abnormi e immotivati che spesso distruggono non solo carriere, ma la stessa dignità della persona, provocando grande dolore a intere famiglie, che nessuna tardiva assoluzione (dopo anni di brutale gogna mediatica e doloroso calvario!) potrà mai poi più cancellare e risarcire”.

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