Adesso il Comune di Crotone può abbattere anche gli ultimi due immobili abusivi appartenenti ai familiari del boss di Cutro Nicolino Grande Aracri, e realizzati nel 1995 a Capo Colonna in un'area dove vige il divieto assoluto di edificazione. Ieri il Tar di Catanzaro ha rigettato i ricorsi, ritenuti «infondati», presentati da Maria e Giovanna Grande Aracri (residenti a Brescello, Reggio Emilia) contro le ordinanze di demolizione di una villetta ad un piano e di un box in muratura disposte dal Municipio il 31 ottobre 2019 (e poi rinnovate il 14 febbraio 2020 a causa di un difetto di notifica).
Allo stesso modo, i giudici amministrativi hanno bocciato le istanze nei punti relativi al mancato rilascio del permesso in sanatoria per gli immobili, nonostante gli uffici tecnici dell'ente in precedenza avessero «accolto la domanda di condono» avanzata per un manufatto «limitrofo e analogo». I fabbricati, viene riportato nelle due sentenze messe nero su bianco dal collegio presieduto da Giovanni Iannini (a latere Arturo Levato e Martina Arrivi), sono stati costruiti «in assenza di titolo edilizio» su una zona «caratterizzata da inedificabilità assoluta per la presenza di un vincolo idrogeologico e del litorale preesistente all'edificazione e ad oggi ancora vigente».
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