Sembra essere un puzzle più arduo da risolvere di quanto non si potesse immaginare all’inizio: si sa ancora troppo poco delle cause del rogo che nella notte tra venerdì e sabato ha distrutto la casa e la vita della famiglia Corasoniti, tanto che la Procura di Catanzaro, dopo aver aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio e disastro colposi, ha deciso di approfondire ulteriormente le indagini con il coinvolgimento del Nucleo Investigativo Antincendi dei Vigili del Fuoco ai quali sarà demandato il compito di fare luce sulla vicenda.
Le fiamme, infatti, almeno ad un primo esame, sembrano aver cancellato ogni prova della propria genesi. Questo l’effetto dell’estrema violenza del fuoco che, in brevissimo tempo, ha ridotto a nulla l’intero appartamento popolare assegnato dall’Aterp alla famiglia di Vitaliano Corasoniti e Rita Mazzei pochi anni addietro.
L’indagine, seppur orientata sulle cause accidentali, procede comunque in salita tanto che sono stati disposti nuovi sopralluoghi e ulteriori rilievi sull’immobile di via Caduti XVI marzo 1978, nel quartiere Pistoia. L’autopsia sui cadaveri sarà effettuata forse mercoledì ed al momento, nessuna ipotesi è possibile escludere. L’unica certezza che pare acquisita, anche con il supporto delle dichiarazioni rese dai vicini di casa agli inquirenti, è che non ci sia stata alcuna esplosione, quindi l’ipotesi della fuga di gas non starebbe in piedi. Inoltre, in una delle stanze è stata rinvenuta una stufa a gas, ma non c’era nessuna bombola collegata ad essa né in casa.
Intanto, mentre un altro grave fatto di cronaca verificatosi nel quartiere Pistoia ha catalizzato una parte dell’attenzione dei media, quanto avvenuto alla famiglia Corasoniti non accenna a svanire dai pensieri di tanti che affidano ai social riflessioni e preghiere per le vittime e i superstiti del rogo. Proprio in merito alle condizioni dei quattro feriti, permangono gravissime ma comunque stazionarie quelle di Rita Mazzei e della figlia di dieci anni, la prima ricoverata al Centro Grandi Ustionati di Bari, la seconda nel reparto analogo a Napoli.
Le ustioni riportate da entrambe superano il 40% del corpo. Più profonde, quindi più serie, quelle della madre.
Sono ancora ricoverati nel reparto di Rianimazione del “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, invece, Vitaliano Corasoniti, 42 anni, e il figlio 14enne della coppia, anch’egli sopravvissuto al rogo: le loro condizioni permangono serie. Per entrambi, i medici del nosocomio catanzarese stanno procedendo per ripulire i polmoni dai residui del fumo tossico respirato durante il rogo.
Una raccolta fondi per supportare economicamente «quel che resta di una famiglia che ora più che mai non deve essere lasciata sola». L’hanno promossa le associazioni aderenti al «Forum del Terzo settore Catanzaro-Soverato». L’obiettivo è «stare concretamente vicine alla famiglia Corasoniti- Mazzei» dopo l’incendio che, a Catanzaro, ha provocato la morte di tre ragazzi ed il ferimento dei genitori e di altri due figli. «Una famiglia – sostiene il Forum – intrappolata nel degrado che da sempre stritola, come in una morsa, le periferie del capoluogo di regione e in maniera ancor più evidente Pistoia, quel quartiere fatto di palazzoni maltenuti e un’assenza pressoché totale di servizi che di certo non è adatto a un nucleo familiare del quale faceva parte anche Saverio, il figlio più grande affetto da autismo».
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