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"E mo' fai parte della mafia?": le intercettazioni che inchiodano i Lobello di Catanzaro

"Ieri ho litigato con 'u guagliuna' (Giuseppe Lobello) e gli ho detto che queste porcherie non si devono fare...quando ti ho fatto il favore ero bello pulito e ora sono nei guai".

"E mo' che sei? Fai parte della mafia?"

"Brava, hai visto che hai capito è come se io facessi parte della mafia ed ho il certificato antimafia che non me lo possono fare, per iscrivermi io, per prenderla all'asta, che là le paghi meno le case, non posso entrare nell'asta io che ho il certificato antimafia bloccato...capito!!!"

Uno stralcio delle intercettazioni, una discussione tra un uomo e una donna da cui emerge un grave quadro indiziario a carico degli imprenditori catanzaresi Lobello Antonio, Lobello Giuseppe e Lobello Daniele, in ordine a plurimi reati di intestazione fittizia di beni, realizzati attraverso un sistema di società, formalmente intestate a terzi, e tuttavia dagli stessi controllate e gestite, e ciò al fine di sottrarre il proprio patrimonio aziendale all’adozione di prevedibili misure di prevenzione antimafia.

Gli imprenditori nutrivano il concreto timore circa l’adozione di prevedibili misure ablative di prevenzione che riguardassero le società del gruppo, essendo emersi, più volte, a livello giudiziario, i loro rapporti con cosche ‘ndranghetiste, tanto che talune loro società sono state attinte da interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Catanzaro

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