Una sfida nata nel 2019 dopo tanti anni vissuti fuori regione e anche all'estero. Una discreta esperienza accumulata accanto a chef importanti, ma con la mente ed il cuore rivolti sempre verso la Calabria e la "sua" Lamezia Terme.
Luigi Lepore, chef 42enne, ha coronato il suo sogno nella primavera di qualche anno fa inaugurando il suo ristorante nel cuore del centro storico lametino all'interno di un palazzo del XIX secolo. Dopo quasi tre anni, e con una pandemia di mezzo, Luigi Lepore, insieme alla sorella Stefania ed alla sua giovane e dinamica brigata di cucina, ha portato a termine gli enormi sacrifici fatti in questi anni arrivando a conquistare la sua prima stella Michelin.
Siamo andati, a distanza di quasi un anno, a ritrovarlo dopo che avevamo fatto visita alla sua cucina a gennaio 2021 per la nostra rubrica di cucina "Lezioni di Pranzo". Il suo maialino con cavolfiore e mandarino fu il primo piatto del 2021 di "Lezioni di Pranzo"
Chi è Luigi Lepore
Chef Lepore intraprende il percorso professionale in cucina nel 2008 dopo la Laurea in Scienze Turistiche presso l’Università IULM di Milano ed il Master in Scienze Gastronomiche e Prodotti di Qualità all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Colorno. Fa le sue esperienze in giro per il mondo ed in ristoranti stellati come il Trussardi alla Scala di Milano, il Caino in Toscana, il Can Fabes in Spagna, La Bastide de Capelongue in Francia ed Il Comandante a Napoli. Collabora nelle brigate di grandi nomi dell’alta cucina, al seguito di Andrea Berton, Alfio Ghezzi, Valeria Piccini, Santi Santamaria, Xavier Pellicer, Edouard Loubet, Salvatore Bianco. Dopo anni di studio e di affinamento, decide di ritornare nella sua Lamezia Terme e di avviare un progetto gastronomico con il proprio nome. Nel 2019 Luigi Lepore aggiunge così un nuovo capitolo alla storia contemporanea della cucina calabrese con un format innovativo, dagli ampi orizzonti, ma con le radici ben salde nelle culture materiali che caratterizzano l’identità del territorio. Deciso a far parlare il suo Sud attraverso codici non canonici, muovendosi tra sperimentazione e ritorno alle origini, attingendo al valore della contaminazione di saperi e di tradizioni, scegliendo piccoli produttori e aziende locali come compagni di viaggio.
Il ristorante
Il ristorante si trova all’interno di un palazzo del XIX secolo a Nicastro, nel cuore di Lamezia Terme. L’architettura ed il design giocano sul piano allegorico, evocando gli elementi naturali della terra di Calabria. La grande porta a vetri conduce all’interno di una dimensione esperienziale, disegnata come fosse uno squarcio tra i monti. Una piccola zona di accoglienza fa da preludio a due sale dalle pareti e dalla volta “materiche”. Il bianco ed il grigio, calce e sabbia, si incrociano e si fondono rendendo plastiche le spesse mura. Le boiserie in legno, dall’andamento verticale, come i fitti boschi circostanti, danno ritmo agli spazi creando un’ambientazione di grande effetto. Un enorme specchio, dal gusto leggermente retrò, ricordo dei laghi e del mare della Calabria, amplia la percezione dello spazio generando piacevoli prospettive. Solo 21 posti, pensati, disegnati, curati per far vivere un’esperienza di assaggio inedita in totale comfort.
La cucina di Luigi Lepore
Nella cucina del ristorante Luigi Lepore molta attenzione viene data alle carni, alle verdure e ai tanti prodotti di stagione offerti dal territorio. Lo chef lametino nell'ultimo periodo sta lavorando molto sui brodi, sulla cacciagione (cinghiale, volatile). Due menu degustazione presenti all'interno della sua cucina: il gusto è il termine chiave della sua cucina. Il prodotto va sentito ed esaltato al massimo.
Il racconto di Luigi e Stefania
"Quando arrivi lì in Franciacorta - racconta ai nostri microfoni - non sai mai cosa potrà accadere. Avevamo delle sensazioni, ma non non era detto che potessimo essere insigniti della stella Michelin, anche perchè ci sono vari premi previsti (ad esempio chef emergente). Io sono entrato, mentre gli altri (compresa mia sorella Stefania) sono rimasti fuori perchè non si poteva entrare. Ti mettono in questa stanza senza telefonino, senza niente. Poi quando mi hanno dato la divisa con la stella ci siamo resi conto che ce l'avevamo fatta. In quel momento mi sono passati tutti i sacrifici fatti, tutte le lotte, tutti i periodi bui che abbiamo passato. Vuol dire che con il duro lavoro si va avanti. Questa non è la mia stella - ci tiene a sottolineare chef Luigi - ma è la stella di tutti coloro che ogni giorno lavorano duramente qui, da Federico Cari il nostro pasticcere dal primo momento con noi, fino agli altri ragazzi. E' la stella della mia famiglia, di mia sorella Stefania, della mia compagna che mi ha supportato e ha sopportato le mie crisi di nervi. Gli inizi non sono stati facili, qui in Calabria non c'è l'abitudine di uscire sempre fuori, però ci hanno conosciuto un pò di più. Vediamo un pò di giovani in più frequentare il locale e adesso siamo più contenti". A stretto contatto con i clienti: "Per me è fondamentale avere un dialogo con i clienti. Li saluto tutti, o esco dalla cucina, o me li porto dentro perchè ci tengo a sapere direttamente da loro come è andata la loro esperienza".
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