«Abbiamo un’idea precisa su cui stiamo lavorando e confidiamo di delinearla già tra pochi giorni». Il comandante della compagnia dei carabinieri di Cirò Marina, il capitano Alessandro Epifanio, fa trapelare la fiducia nella soluzione, in tempi brevi, della brutta vicenda del cadavere del neonato rinvenuto martedì pomeriggio, in pieno centro a Cirò, nel Crotonese, dentro un sacco di plastica.
Aveva ancora il cordone ombelicale attaccato il piccolo: abbandonato nel giardino privato al quale si accede da una casa, in cui vive un’anziana di 95 anni, che si affaccia su piazza Pugliese.
Il terrazzino, in bilico sullo strapiombo sottostante, si raggiunge anche dall’esterno ma il percorso è così impervio da richiedere doti atletiche per coprirlo. Anche per questo, le indagini privilegerebbero la pista di persone che hanno frequentato la casa dell’anziana.
Tra queste, le badanti che vi si sono avvicendate, in particolare la penultima: una trentenne, forse ucraina, descritta come «molto bella, esile, schiva, silenziosa e solitaria»; la donna ha lavorato qui due mesi, fino a dicembre, poi è andata via e, al suo posto, è arrivata la badante attuale.
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