Silenzio e dolore, in attesa dell'autopsia, all'obitorio dell'ospedale Jazzolino, dove ieri è stata trasportata la salma di Salvatore Battaglia, il giovane ferito a colpi di pistola a Piscopio e deceduto a Catanzaro.
Nessuno, scrive la Gazzetta del Sud in edicola, riesce a capacitarsi del fatto che il giovane piscopisano non ci sia più. Ma se il dolore lacera l'anima, a fare ancora più male «è il fango che è stato buttato» sulla vittima. «Siamo molto indignati - sottolineano gli zii -. Nessun mafioso ha mai donato gli organi. Siamo stanchi di portare addosso tutti lo stesso marchio. Basta, ricollegare un innocente al cugino Rosario Battaglia, per il quale sarà la giustizia a fare il suo corso».
Ma è soprattutto Maria D'Angelo a ribadire che i valori della famiglia Battaglia sono fede, speranza e pace. «Noi non siamo mafiosi - aggiunge la ragazza -. I mafiosi non si alzano all'alba per andare a lavoro e non percepiscono a fine mese stipendi da fame.
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