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Scioglimento di Lamezia, Mascaro continua lo sciopero della fame

Va avanti lo sciopero della fame del sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, contro la decisione del Consiglio di Stato di accogliere la richiesta del Governo di sospensiva della sentenza del Tar con cui era stato annullato lo scioglimento del Comune per condizionamenti mafiosi, con il conseguente ritorno alla guida del Comune dei Commissari prefettizi.

"Ciò che sta accadendo - dice Mascaro - offende i principi più elementari della democrazia. La mia protesta ha lo scopo di sottolineare un'esigenza indifferibile: la legge sullo scioglimento dei Comuni per condizionamenti della criminalità va riformata con urgenza per introdurre un reale contraddittorio tra le parti. L'attuale normativa presenta limiti molto gravi. Non c'é un solo atto della mia Amministrazione di cui mi sia stata contestata le legittimità. I Commissari, inoltre, non hanno mai revocato alcuna nostra delibera. In che cosa consiste, allora, il tanto sbandierato condizionamento mafioso che ha motivato lo scioglimento?".

Mascaro non ha alcuna intenzione di sospendere, a breve termine, lo sciopero della fame. "La mia protesta - dice - durerà quanto meno fino all'11 aprile, giorno in cui é fissata l'udienza davanti al Consiglio di Stato per la sospensiva collegiale, quando finalmente potremo esporre le nostre ragioni. In ogni caso, la tempistica con cui il Consiglio di Stato ha assunto la sua decisione induce a ritenere che le memorie presentate dai legali del Comune non siano state neanche sommariamente guardate. La mia Amministrazione é stata sciolta senza che sia stato addotto un solo motivo plausibile".

"A questo c'é da aggiungere - sostiene ancora Mascaro - che la Commissione d'accesso ha totalmente ignorato l'apporto collaborativo che io avevo proposto. Al Consiglio di Stato, inoltre, tutto é stato deciso in meno di due ore. La tempistica con cui é stata presa la decisione induce a ritenere che le memorie che erano state presentate dai nostri legali non siano state guardate neanche sommariamente. Un fretta assolutamente inspiegabile. E tutto questo senza tenere conto che il nostro territorio é massacrato". "Per tutti questi motivi - afferma ancora il sindaco Mascaro - il mio sciopero della fame andrà ancora avanti. Il mio scopo é quello di sollecitare l'attenzione su una normativa che va cambiata i tempi rapidissimi. In più mi preme mantenere alta l'attenzione sul caso Lamezia. Ciò che chiedo é una decisione che sia il più possibile meditata ed approfondita per il rispetto che si deve alla democrazia ed alla volontà popolare che ci ha scelto come Amministrazione".

"Il decreto del Consiglio di Stato che ha di fatto reinsediato a Lamezia Terme i commissari è un colpo troppo duro da digerire. Non posso che esprimere vicinanza a tutte quelle persone convinte che la città potesse rimettersi in moto attraverso la naturale gestione politica, che conosce da vicino i bisogni e le esigenze del territorio, e di un sindaco competente e perbene come Paolo Mascaro, al quale rinnovo la mia solidarietà, anche umana, in questo momento difficile". Lo afferma, in una dichiarazione, il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo.

"Non è mia intenzione - aggiunge - commentare una decisione della magistratura che deve ancora essere discussa nel merito, ma spero proprio che l'11 aprile venga confermato ciò che aveva già stabilito il Tar. Non posso comunque non sottolineare quanto sia assurdo questo nuovo ribaltone che mette in ginocchio una Città che aveva appena cominciato a rialzarsi grazie all'impegno e all'abnegazione del suo sindaco. Insieme alle Amministrazioni comunale e provinciale sarò al fianco di Paolo Mascaro in questa battaglia, con l'augurio che presto si possa riprendere, definitivamente, quel dialogo e quella sinergia che avevamo appena riavviato con un incontro servito a mettere a punto le strategie di azione condivise, finalizzate allo sviluppo delle nostre due città consorelle, dell'area vasta e dell'intera provincia". "Non vedo l'ora che si chiuda, una volta per tutte - conclude Abramo - una pagina triste che non ha fatto altro che penalizzare e umiliare un territorio che non lo merita".

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