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Dottoressa aggredita con un cacciavite a Crotone: salvata da un ambulante, arrestato l'aggressore

Maria Carmela Calindro

Aveva da poco terminato il suo turno all'ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, quando un uomo, Luigi Amoruso, 50 anni, col volto coperto da un cappuccio e da una sciarpa gli si è scagliato contro con un cacciavite. L'aggressore, che ha colpito più volte il medico Maria Carmela Calindro, imputandole, secondo le prime ricostruzioni dei fatti, la morte della madre che era avvenuta il giorno prima.

Provvidenziale è stato l'intervento di Mustafà, l'ambulante che abitualmente staziona all'ingresso del presidio ospedaliero, per fermare l'uomo che invece è stato immediatamente placcato. Sul posto sono subito intervenuti gli agenti della Digos e della squadra volanti che hanno immediatamente posto in stato di fermo l'uomo.

La donna, che non sembra in pericolo di vita, è ricoverata "San Giovanni di Dio", dove è stata sottoposta ad una Tac.

L’uomo, dopo aver colpito la dottoressa al collo con un cacciavite, stava per sferrare un secondo fendente, quando è intervenuto un ambulante di nazionalità marocchina, Mustafa El Aoudi, che è riuscito a bloccare l’uomo. «Ho fatto quello che avrebbero fatto tutti», ha detto Mustafa.

Sul posto è poi giunta una Volante della Polizia di Stato che ha fermato l’aggressore e lo ha portato in Questura. É stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio: il pm della Procura della Repubblica di Crotone Alfredo Manca ha disposto la custodia cautelare in carcere.

«Ho sentito gridare la dottoressa e allora mi sono avvicinato. Ho visto che la colpiva con un cacciavite allo stomaco, la voleva ammazzare. Mi sono avvicinato e l’ho buttato giù, poi è scappato e l’ho inseguito fino al bidone della spazzatura, gli ho fatto lo sgambetto ed è caduto. A quel punto l’ho tenuto fermo fino a quando non è arrivata la polizia». Così il venditore ambulante marocchino Mustafa Al Aoudi racconta come ha salvato la vita alla dottoressa aggredita davanti all’ospedale di Crotone. L’ambulante che ha 40 anni, vive a Isola Capo Rizzuto e da vent'anni, con la sua bancarella, fa il venditore ambulante davanti all’ospedale San Giovanni di Dio. Racconta di conoscere la dottoressa aggredita. «Passa sempre da qui - dice - e mi saluta. Posso dire che la conosco».

«Devi essere punita. Hai fatto morire mia madre». Così Luigi Amoruso si é rivolto alla dottoressa mentre la colpiva. Secondo quanto é emerso dalle indagini, la madre di Amoruso è deceduta nel 2017 a causa di un carcinoma nel reparto di Medicina generale dell’ospedale di Crotone dove è in servizio la dottoressa Calindro.

Maria Carmela Calindro ha scritto un messaggio su quanto é accaduto. «Ringrazio - ha scritto la dottoressa - la magistratura, la polizia e l’ambulante che è intervenuto in mio soccorso. La polizia è stata tempestiva e impeccabile». Il legale della professionista, Francesco Verri, ha detto che "si é trattato di un gesto di una gravità inaudita che ha colpito una donna, una dottoressa e l’intera categoria dei medici. L’aggressione è stata portata in modo brutale e a freddo con l’intento di uccidere. La dottoressa Calindro è stata salvata da un cittadino extracomunitario: senza il suo coraggioso intervento, adesso, staremmo raccontando un’altra storia».

La dottoressa è stata ricoverata con una prognosi di trenta giorni: ha subito ferite al collo, alla testa e all’addome. La dottoressa è stata sentita dal sostituto procuratore di Crotone Alfredo Manca, che conduce l’inchiesta avviata sull'aggressione. Col magistrato c'era il dirigente della Digos della Questura di Crotone, Francesco Meduri.

Quella di oggi è la seconda grave aggressione compiuta a medici in servizio nell’ospedale civile di Crotone nell’arco di quattro mesi. Nella notte tra il 3 ed il 4 agosto scorsi, infatti, un medico anestesista venne picchiato selvaggiamente con calci, pugni dai congiunti di un ragazzo di Rosarno ricoverato nel reparto di rianimazione. Il medico avrebbe voluto soltanto che i familiari potessero dare l’ultimo saluto ad un ragazzo malato che stava morendo. Una cortesia ed un’attenzione che vennero però «ricambiate» con un’aggressione ai danni del medico.

 

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